L'UOMO SENZA PAURA

 

N° 23

 

GIUSTO PROCESSO (SECONDA FASE)

 

(PARTE PRIMA)

 

 

LA PAROLA ALLA DIFESA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Il suo nome è Rosalind Sharpe. Quando era molto giovane, sposò un altrettanto giovane uomo d’affari di nome Franklin Edward Nelson, da cui ebbe un figlio, Franklin Jr. Alla sua ambizione questo non bastava, però. Non voleva restare nel ruolo di moglie e madre, così abbandonò marito e figlio per perseguire una brillante carriera come avvocato. Si è mai pentita della sua scelta? Nessuno l’ha mai saputo. Lei non concede nulla alle emozioni, per questo, amici e nemici la chiamano “Razor”, Rasoio. Un rasoio affilato,[1] che non risparmia nessuno. È diventata uno dei più richiesti e pagati avvocati della nazione ed oggi si trova in un Tribunale Federale della città di New York per difendere uno dei più famosi, o dovremmo dire, famigerati, cittadini di quella città: Wilson Fisk, meglio noto come Kingpin, il deposto re del crimine. L’uomo che deve difendere siede, come un Budda, sulla sedia accanto a lei, una sedia palesemente troppo piccola per contenere comodamente la sua enorme mole, siede, con sguardo impenetrabile, quasi fosse indifferente all’esito del processo e, forse, è proprio così.

            “Razor” Sharpe misura a grandi passi l’aula e punta gli occhi sulla giuria. In tanti anni di professione, ha imparato bene come farsi ascoltare, come muoversi, come parlare per tenere desta l’attenzione dei giurati. Li conosce ben uno ad uno. Ha studiato le loro vite e sa quale strategia usare per impressionare ciascuno di loro. A lei non importa se il suo cliente sia colpevole od innocente, ha un solo scopo in questa contesa: vincere ed è assolutamente determinata a riuscire nel suo scopo.

 

            Mi chiamo Ben Urich e sono un giornalista del Daily Bugle, uno dei maggiori quotidiani della più grande e caotica città del mondo. Come dite? Ci sono città più grandi e più caotiche? Può darsi, ma, fidatevi, nessuna è come New York, io lo so bene. Conosco l’anima di questa città, capace di essere la più altera delle dame ed, al tempo stesso, la più sguaiata delle prostitute. Ti può chiedere molto, ma ti da anche parecchio, se la sai prendere nel verso giusto. Negli ultimi giorni questa città ha passato l’Inferno in Terra ed intendo la cosa alla lettera.[2] Mi chiedo che spiegazione troveranno stavolta per questo fenomeno, che qualche mio collega con scarsa fantasia ha battezzato: “Inferno²”, ma gli uomini sanno inventare sempre qualcosa che li tranquillizzi, che li rassicuri sulla stabilità del loro mondo.  La città si è ripresa, la sua anima combattiva porta già alla ricostruzione, i newyorkesi non si arrendono mai.

            A questo sto pensando, mentre mi avvicino al palazzo dove vive una delle mie colleghe e frequente compagna di avventure: Candace Nelson. La ragazza ha subito un’aggressione qualche giorno fa, un uomo di nome Bullet le ha spezzato il braccio destro in più punti.[3] Era un avvertimento, perché smettessimo di indagare sui retroscena della morte di un nostro collega del Bugle e dell’ex segretaria di un Senatore di Stato. Non ha funzionato, non ci siamo fatti intimorire e Candace non ha perso la sua determinazione a risolvere il caso, il che, ovviamente, significa che dovremo aspettarci altri “avvertimenti”. Ehi, un momento. Quello che sta uscendo dal palazzo non è Richard Fisk, il figlio di Kingpin? Che ci fa qui? Sale su un’auto sportiva e sparisce. prima che io riesca ad essere sicuro della sua identificazione. Perplesso, prendo l’ascensore, sino al piano di Candace.Possibile che fosse qui per vedere lei? No, che razza di idee mi metto in testa. Giungo all’appartamento di Candace e suono il campanello. Lei è già pronta.

-Come stai?-le chiedo.

-Bene.- risponde con un sorriso forzato –Ha smesso di fare male ormai, ma pizzica.-

-Sei certa di voler venire?-

-Non mi sono rotta le gambe o la testa, Ben, ma solo il braccio destro. Ammetto che è una seccatura, ma non per questo sono un’invalida.-

-Ok, ok, facevo per dire. Sbrighiamoci allora, abbiamo un po’ di giri da fare.-

-Ah e dove andiamo?-

-A rompere le scatole ad un po’ di gente.-

            Candace fa un sorrisetto.

-Perfetto.- esclama. -Foggy diceva sempre che sono molto brava in questo.-

            Chissà mai perché? Penso mentre usciamo e mi accendo la decima sigaretta della giornata.

 

 

2.

 

 

            Sulla targhetta della porta del mio ufficio c’è scritto: “Matt Murdock Avvocato”, quasi ogni giorno, le mie dita supersensibili la sfiorano rilevando l’impronta delle lettere. È così che leggo io, è la mia sola opzione, infatti, il caso mi ha giocato un brutto scherzo: sono cieco, ma, per mia fortuna, i miei altri sensi lavorano con un’efficienza superiore al normale, senza contare uno straordinario senso radar, simile a quello dei pipistrelli; tutte abilità che tornano utili quando si ha il pericoloso hobby di spenzolarsi per la città, appesi ad un cavo, indossando un attillato costume rosso e combattendo i criminali. Proprio così, se di giorno sono il brillante avvocato Matt Murdock, socio anziano di uno dei più prestigiosi studi legali di Manhattan; dopo il crepuscolo sono Devil il terrore dei criminali e via dicendo.

            Questa mattina in particolare, sto cercando, disperatamente, di mantenere desta la mia attenzione durante la solita riunione settimanale, in cui si fa il punto sull’attività dello Studio. Seduti all’ampio tavolo della Sala Riunioni, ci sono, oltre a me, gli altri tre principali avvocati: Rebecca, “Becky”, Blake, l’Amministratrice, Bernadette, “Bernie”, Rosenthal e David Keller. Mentre Becky parla, la mia mente corre al mio comportamento degli ultimi tempi. Durante la recente crisi cittadina, ho ceduto ad una parte di me di cui non amo ammettere l’esistenza. Tutta la rabbia, la frustrazione, l’aggressività che, normalmente, riesco a tenere sotto controllo, si è simbolicamente incarnata nel Devil dal costume corazzato grigio e rosso. È stato solo un episodio passeggero ed ora tutto è tornato alla normalità, o, almeno, questo è quello che voglio credere, ma, in realtà, ho paura. Si, io, quello che i media hanno chiamato: “L’Uomo senza Paura” ho paura, paura di aver aperto un vaso di Pandora e di aver liberato qualcosa che doveva restare morto e sepolto e se è così, cosa mi aspetta adesso?

            Quando la riunione finisce, sento che Becky è rimasta indietro e riesco a sentire il suo sguardo, fisso su di me e posso indovinare la sua espressione preoccupata.

-Tutto bene Matt?- mi chiede –Mi sembravi un po’…assente.-

-Non preoccuparti Becky.- le rispondo –Si tratta solo dello stress accumulato in questi ultimi, difficili, giorni.- il che, dopotutto, non è una bugia.

-Ti capisco, Matt, sono stati davvero giorni molto duri per tutti.- mi dice lei, stringendomi la mano –Se ti serve qualcuno con cui sfogarti, un’amica, io sono sempre qui, lo sai.-

-Lo so Becky, grazie.-

            Esce ed io ringrazio il cielo di avere una socia come lei, che ha saputo superare l’handicap delle gambe spezzate dalla violenza di un pazzo, grazie ad una volontà di ferro, quella stessa volontà che io, a volte, temo di aver perso. Beh, ora è meglio che mi dia una mossa, ho un’udienza alle 11 ed un po’ di carte da ripassare prima di andarmene.

 

            Nella sede della rivista “Now”, nel Daily Bugle Building, la reporter Joy Mercado esamina il dossier che ha realizzato per il suo prossimo articolo. Sta cercando un titolo appropriato, qualcosa come: “I gemelli Legge ed Ordine” ed intanto ripassa quanto ha trovato e si convince, sempre più, che le sue ipotesi sono giuste. Ora deve solo parlarne a Charlie Snow.

 

         Eccoli, dunque. Le vecchie cariatidi che compongono quello che potrei chiamare, in un certo senso: il Consiglio d’Amministrazione del Crimine. In quest’era tecnologica, siamo tutti collegati in video conferenza. Sono abbastanza antiquato da preferire le vecchie riunioni viso a viso, ma, da buon uomo d’affari, so adattarmi ai tempi nuovi ed usarli a mio vantaggio.  Dagli schermi installati sulle pareti, i volti di uomini delle più varie nazionalità; su ogni schermo brilla una scritta che indica il luogo da cui parla il mio interlocutore: Roma, Palermo, Parigi, Marsiglia, Mosca, Sidney, Brasilia, Rio de Janeiro, Los Angeles, S. Francisco, Las Vegas ed altri ancora. Organizzazioni affilate al Mazgia, perlopiù. Lo scopo della riunione è decidere se io merito un posto nel loro consesso, come rappresentante di New York, al posto del deposto Kingpin, oppure no. Negli ultimi mesi mi hanno giudicato ed hanno soppesato le mi e azioni. Ecco, infine, il loro verdetto. Li disprezzo tutti, patetiche reliquie di un mondo passato; il potere che credono di avere è ormai superato, ma, in attesa di poter disporre a modo mio della loro organizzazione, devo sottostare alle loro regole e, secondo quelle regole, loro non hanno scelta. Alla fine è il loro “Presidente” a parlare, un uomo il cui pesante accento italiano, anzi, siciliano, rende quasi incomprensibili le sue parole in un pessimo inglese:

-Abbiamo esaminato la tua richiesta, Gufo ed abbiamo deciso di accettarla. Da oggi, tu sarai la voce di New York e di tutta la Costa Orientale degli Stati Uniti, nel nostro consesso. Le bande degli altri capi attualmente in carcere sono sotto il tuo comando, ora Anche il territorio che era di Ulysses Lugman, Slug, è tuo, dopo la sua morte. Così sarà, fintanto che riuscirai a mantenere la pace tra le famiglie.-

-Potete fidarvi di me.- rispondo –New York e l’intera Costa Orientale, sono il mio territorio e, finché ne sarò a capo, chiunque violerà la tregua sarà da me punito senza pietà.-

         L’uomo dall’altro lato dell’Oceano sorride, facendo di si col capo, poi interrompe la trasmissione ed uno a uno gli schermi si oscurano.

Mi alzo e raggiungo la cima della torre del mio castello a forma di testa di gufo e ridacchio tra me e me. Godetevi la vostra patetica assemblea, finché potete, penso; oggi siete stati costretti a riconoscermi come leader della Costa Est, ma un giorno lo sarò di tutti gli Stati Uniti  e, prima o poi, sarò a dirigere la vostra organizzazione ed il crimine mondiale con essa, io: il Gufo.

Preso dall’ebbrezza, salto e dispiego il mio mantello, lasciandomi trasportare dalle correnti, volando come un vero gufo e, mentre risalgo, rido soddisfatto.

 

Anche l’uomo di nome Frank Farnum ride.Ha atteso molto a lungo, ma i suoi piani sono arrivati a frutto. Si è divertito in queste settimane ad osservare i tentativi di coloro che ha scatenato contro i suoi nemici di sempre. Molti di loro erano solo patetici dilettanti, tutti hanno fallito, cosa non sorprendente, in fondo. Ora è il momento di passare alla seconda fase del suo piano. Con un semplice click, manda un messaggio ad un gruppo di utenti molto speciali, lo stesso messaggio che è stato fatto circolare negli ambienti appropriati, con mezzi più ordinari:

“La taglia di un milione di dollari ciascuno sulla testa di Devil e dell’Uomo Ragno, sarà raddoppiata a chi ucciderà entrambi entro una settimana da oggi.”

Molto bene, pensa Farnum, vedremo chi arretrerà di fronte alla prospettiva di incassare quattro milioni di dollari in un colpo solo. Ci sarà da divertirsi, davvero.

 

 

3.

 

 

            La ragazza, adagiata pigramente su una sedia a sdraio, in una splendida spiaggia dell’isola caraibica chiamata Isla Suerte, indossa solo un ridottissimo bikini, la cui parte superiore è slacciata e pende in un angolo, i suoi occhi sono coperti da occhiali dalle spesse lenti scure, i capelli lunghi e biondi le ricadono lungo le spalle e sul petto, le gambe sono lunghe ed affusolate; ha un fisico da modella e, chissà, forse lo è o lo è stata. Quando il cellulare squilla, allunga il braccio destro, senza neanche voltare la testa; la sua mano si muove incerta per un secondo, poi afferra, decisa, l’apparecchio.

-Ciao Richard, aspettavo la tua chiamata.- risponde. La sua voce è melodiosa e s’intona perfettamente al suo fisico mozzafiato –Sta andando tutto come previsto? Molto bene, ne sono felice per te. Io? Beh mi diverto e mi rilasso, ma sento la tua mancanza…il prossimo weekend? Ci conto, mi raccomando.-

            La chiamata finisce e la ragazza rimette a posto il telefono. Quel caro Richard. È stato un vero colpo di fortuna il loro incontro, il capire che erano spiriti gemelli e la decisione di agire insieme in modo così audace ed imprevisto per tutti. Nessuno sa del loro sodalizio per ora e nessuno ci crederebbe, specialmente certe persone, ma sarebbe divertente vedere le loro facce quando sapranno la verità. Si, sarebbe divertente poterlo fare. Il sorriso della donna si rabbuia un attimo, poi, le belle labbra rosse si distendono ancora. Ci sono tante soddisfazioni nella vita, pensa, e questa è solo una,

 

            L’orario di lavoro è finito, Becky mi ha appena salutato, sono rimasto solo. Ho soltanto una cosa da fare, prima di andare. Compongo un numero di telefono, sperando che, come spesso le accade, sia al lavoro sino a tardi.

-Pronto? Betsy Beatty? Sono... Matt Murdock, chiamavo per sapere come sta Melvin.-

-Sta meglio.- risponde lei, con voce un po’ incerta –Non parla molto di quel che è successo, ma si vergogna molto di aver ceduto.-

-Temo che Devil abbia le sue colpe in questo.- le dico.

-Eravamo tutti un po’ pazzi in quel periodo. Se incontri Devil, digli di non preoccuparsi. A proposito, era davvero Devil quello? Il costume era un po’… strano.-

-Non so risponderti, Betsy. Ora scusa, ma ho da fare, devo salutarti.-

            Chiudo la comunicazione, rimuginando sul mio senso di colpa. Quando Melvin Potter, l’originale Gladiatore, ha ceduto al suo lato più oscuro, io ho pensato solo a combatterlo, invece che ad aiutarlo. Il mio senso di colpa si alimenta, direi. Mi tolgo i vestiti e resto in costume, il mio costume tradizionale, quello rosso, l’identità di un Devil, più idealista, e meno violento. È questo che voglio essere, un simbolo di giustizia. Salto dalla finestra, mentre il cavo si aggancia al più vicino cornicione. Il vento mi batte sulla faccia ed io mi sento libero. Una parte di me vorrebbe che questa sensazione non finisse mai, che tutti i mali della vita di un comune mortale sparissero e rimanessero solo i volteggi, le capriole, la sensazione del vento sulla faccia; poi penso a coloro che mi conoscono ed alle responsabilità che ho nei loro confronti ed alle quali non potrei mai sottrarmi e questo mi porta a pensare a due donne nei cui confronti queste responsabilità sono più pressanti.

 

            Deborah Harris è seduta nella poltrona di casa sua ed ha gli occhi fissi sul video che passa ora sul suo schermo televisivo.

L’immagine è nitidissima e mostra lei che entra nel salone di quella che appare come una villa signorile; si muove sentendo il peso della sua borsetta. Quello che prova è un misto d’ansia e di paura, ma non può tornare indietro.

-Salve Debbie, ne è passato di tempo. Dieci anni forse?- la voce è maschile e profonda, è sempre come la ricordava, arrogante e decisa. L’uomo naturalmente, è invecchiato ed il nero dei capelli ha, ormai, completamente lasciato il passo al bianco .

-Non siamo qui per dei convenevoli Abner.- dice la donna, cercando di apparire sicura di se.

-Giusto, sei qui per quei documenti, no? Quelli che provano che tuo padre ha combinato molti affari sporchi, sia come uomo d’affari, che come uomo politico, quelli che, se cadessero nelle mani sbagliate, lo farebbero finire in prigione. Li vuoi no?-

-Abner, ti avverto, se vuoi fare del male a mio padre io…-

-Tu cosa, Debbie, cosa farai, a parte pagare il mio prezzo?-

            Debbie estrae dalla borsetta una pistola e la impugna con entrambe le mani, trema.

-Che intendi fare Debbie, mettila giù!-

-Noo! Io ti fermerò Abner, non farai del male a quelli che amo, te lo impedirò!-

            Le sue dita si contraggono sul grilletto e la pistola spara.

            A questo punto, Debbie spegne il videoregistratore, si porta il viso tra le mani e piange.

 

 

4.

 

 

         Io e Candace stiamo esaminando il dossier Bergstein-Cyberoptics, ripassando, per l’ennesima volta quel che siamo riusciti a sapere. La Cyberoptics, è una società che opera nel settore informatico ed è una controllata delle Boothe Industries, con sede nel Kentucky, che, a loro volta, sono controllate dalla Global Corp., una società, che si occupa di telecomunicazioni e che ha sede a Reno, Nevada, stato che consente l’anonimato ai soci di società commerciali; la Global, a sua volta, fa capo alla Stryx Corporation, che è una delle tante società tramite le quali Leland Owlsley, detto il Gufo, combina i suoi affari più o meno legittimi. In mezzo a tutto questo, c’è una storia di corruzione, che lega tra loro: i Senatori dello Stato di New York Jessup e Martin, il consulente finanziario Franklin Risk, gli alti dirigenti della Cyberoptics e due morti. Il fulcro di tutto sembra essere un avanzato sistema di collegamento a fibre ottiche appena installato dalla Cyberoptics all’Assemblea Generale, ovvero la Legislatura di Stato, ad Albany. La chiave del mistero, almeno credo, sta in certi dati tecnici, che Candace è riuscita a scaricare dai computers della Cyberoptics. Li ho fatti esaminare da un tecnico di fiducia ed ora, tutto dipende da quanto sapremo e, naturalmente, dal fatto che rimaniamo vivi abbastanza da servircene, il che, come testimonia il braccio rotto di Candace, è tutt’altro che sicuro.

 

            Nyla Skin, così si fa chiamare, ma il nome con cui è nata è Nyla Conroy, è una giovane donna di colore, che ha sempre pensato a se stessa come ad una donna indipendente. Non si è mai persa d’animo quando viveva sulla strada, senza fissa dimora, e nemmeno quando si accorse di essere incinta. All’epoca non sapeva dove fosse finito il padre di suo figlio e così lo crebbe da solo, senza aiuto. Matt Murdock l’ha aiutata ad uscire da un brutto guaio ed a riavere la custodia di suo figlio, ma lei non appartiene al suo mondo e non può e non vuole pesare sulla sua vita, continuando a vivere in casa sua. Per questo motivo, ora, con le valige ai piedi ed il figlio Jack in braccio, si appresta ad andarsene verso l’appartamento che le hanno trovato. Si volge un attimo a guardare la casa e poi, senza pensarci più su, entra nel taxi e se ne va. Lo faccio per te, Matt, pensa, non avrebbe mai potuto andare nel verso giusto per tutti e tre.

 

            Sto volteggiando per la città quando odo il primo sparo. È facile evitare il colpo e lo è, pure, abbattere lo sparatore, un teppistello qualunque, poi si scatena il caos. Qualcuno deve aver aperto la stagione di caccia a Devil, perché passo la successiva mezz’ora a liberarmi di gente che cerca di uccidermi con ogni mezzo. Interrogo uno dei miei assalitori e scopro che la taglia sulla mia testa è stata rinnovata e raddoppiata per chi, oltre a me, riuscirà ad uccidere anche l’Uomo Ragno. Sono certo che Peter apprezzerà la notizia quanto me. E’ solo questione di tempo prima che uno dei tanti supercriminali si faccia vivo.

 

            Ha osservato Devil, in attesa del momento giusto per colpire e quel momento è finalmente arrivato, ora, lo attaccherà quando meno se l’aspetta.

 

            Lo sento arrivare all’improvviso, ma non abbastanza per sfuggire ai miei sensi, è uno dei miei più vecchi nemici: Stilt Man e sembra davvero deciso a farmi fuori.

-Vorrei dire che non c’è niente di personale, Devil…-mi dice, mentre mi prende di mira con la sua pistola disintegratrice -…ma in realtà non lo faccio solo per i soldi, ma anche per ripagare te e l’Uomo Ragno per le passate sconfitte.-

-Fa sempre piacere essere amati, Stilty, posso chiamarti Stilty, vero? Non ti offendi, giusto?-

            Il suo può sembrare un potere stupido, ma provate voi a sfuggire ad un tizio che manovra alla perfezione un paio di trampoli idraulici e cerca di usarli per schiacciarvi la testa e ne riparleremo. Lancio il mio cavo, agganciandolo ad un vicino cornicione e poi, mi getto su Stilt Man, evitando i suoi colpi. Non fa bene alle mie gambe scontrarmi con la sua armatura, ma, colpendolo al punto giusto, gli faccio perdere l’equilibrio. Funziona, almeno per un paio di minuti, ma non m’illudo, lo so che una giornata cominciata così, può solo finire peggio.

 

                La sua esposizione introduttiva è finita e Rosalind “Razor” Sharpe sta, per un attimo, silenziosa, rivolgendo un ultimo sguardo ai giurati, poi ritorna al suo tavolo. I suoi occhi incrociano quelli del suo avversario, il Procuratore degli Stati Uniti Franklin Nelson, suo figlio. Entrambi sanno che la partita non è ancora finita, per nessuno dei due.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

N° 24

 

GIUSTO PROCESSO (SECONDA FASE)

 

(PARTE SECONDA)

 

 

TESTIMONI A DISCARICO

 

 

1.

 

 

            Non ho mai preteso che la mia sia stata una vita facile, anzi, è stata costellata di difficoltà: crescere in un povero quartiere irlandese di New York, perdere la vista a 15 anni per via dell’incuria di chi pensava fosse una buona idea trasportare materiali radioattivi nel bel mezzo della città, ritrovarsi col padre ucciso perché non aveva voluto cedere al ricatto di un gruppo di gangsters, lottare con le unghie e coi denti per guadagnarsi una laurea col massimo dei voti, conoscere trionfi e tragedie, cadute e risalite. Una classica storia americana, come tante, direte voi. Certo, se non fosse per il fatto che mi sono ritrovato, proprio a causa dell’incidente coi materiali radioattivi, che mi resero cieco, dotato di poteri ignoti ai comuni mortali: i miei restanti quattro sensi, acutizzati a livelli superumani ed una sorta di senso radar simile a quello dei pipistrelli, che mi trasmette direttamente al cervello le forme delle cose intorno a me, hanno fatto di me un efficiente combattente mascherato del crimine e dell’ingiustizia in generale. Oltre a Matt Murdock, Avvocato, sono anche Devil, il cosiddetto Uomo senza Paura. Da quando ho intrapreso questa doppia vita, mi sono accadute un sacco di cose strane, così, forse, dovrei considerare una giornata come questa assolutamente normale. Il signore con l’armatura blu e le gambe telescopiche si fa chiamare Stilt Man. Un nome, forse, non molto originale,[4] ma che descrive efficacemente le sue abilità. Non commettete l’errore di sottovalutarlo, Wilbur Day è un ingegnere ed un inventore geniale. Oltre ai suoi trampoli idraulici, ha sviluppato anche un raggio disintegratore ed ha collaborato alla realizzazione di un raggio riducente, che non ha nulla da invidiare alle particelle Pym. Ci si potrebbe chiedere, se si sarebbe mai dato al crimine, invece che a godersi fama e ricchezza derivanti dai suoi brevetti, se non si fosse trovato di fronte all’ostinazione di un datore di lavoro, deciso a non riconoscergli la paternità delle sue invenzioni ed, anzi, a sfruttarle lui stesso,[5] ma sono questioni molto accademiche, mentre mi sta prendendo di mira, deciso a d uccidermi. Stilt Man fa parte di quel gruppo di colorati e pittoreschi supercriminali, che incontravo molto spesso nei primi anni della mia carriera e che, per un pò di tempo, sembrava essersi eclissata dai miei orizzonti. A quanto pare, i tempi sono cambiati ancora una volta ed io sono, di nuovo, uno dei suoi bersagli preferiti.

-Come ti dicevo prima, Devil...-[6] mi dice il mio avversario, mentre continua a spararmi -...sarà un vero piacere vendicarsi delle umiliazioni subite per mano tua e dell’Uomo Ragno e guadagnarci, nel contempo, quattro milioni di dollari per essere quello che vi ha uccisi entrambi.-

            Quattro milioni di dollari? La taglia sulla nostra testa è raddoppiata? Sfido che Wilbur è così ansioso di farmi fuori, quasi quasi lo sarei anch’io. Immagino che Peter non se la passi meglio di me in questo momento,[7] ma penserò ai suoi problemi quando sarò riuscito a superare i miei. Con la posta in gioco, mi sorprende che sia saltato fuori solo Stilt Man.

            Mentre un lazo mi si arrotola alle caviglie, penso che dovrei imparare  a stare attento a quello che penso.

 

            Joy Mercado osserva soddisfatta il proprio lavoro. C’è voluta un’intera settimana di ricerche ed interviste con coloro che sono sopravvissuti ai tempi turbolenti dell’infanzia di Matt e Mike Murdock (ed è sorprendente quanto pochi siano rimasti ormai, tra coloro che se ne erano andati senza curarsi di lasciare un indirizzo e coloro che avevano intrapreso sentieri violenti ed avevano incontrato una fine violenta o, più semplicemente, della violenza erano rimasti vittime), ora, però, ha il quadro esatto degli eventi, un’interpretazione dei fatti personale, forse, ma ineccepibile, o, almeno, così spera. Adesso, però, deve superare l’esame più severo, quello del suo Direttore Esecutivo, Charlie Snow, e del Direttore Capo titolare della rivista “Now”, l’arcigno J. Jonah Jameson in persona, ed è da circa dieci minuti che J.J.J. mordicchia il suo sigaro (rigorosamente spento, per carità, se no, chi la sente sua moglie Marla?), rigirando la bozza in mano e borbottando: “Uhm!”

            Alla fine:

-Uhm… se tu dici che a te sta bene, sta bene anche a me, Snow.- conclude, infine Jameson -Solo una cosa, Mercado…-

-Si, Mr. Jameson?-

-…fossi in lei non evidenzierei troppo il ruolo dell’Uomo Ragno in alcuni eventi della vita di Devil. L’arrampicamuri tiene un profilo basso ultimamente non voglio che abbia pubblicità esagerata.-

            Se Jonah nota il sorrisetto che affiora alle labbra di Charlie Snow e che Joy ricambia, non lo da a vedere. La sua paranoia nei confronti dell’Uomo Ragno è fin troppo nota, ormai.

-Beh, per quanto si siano incontrati molte volte, l’Uomo Ragno non ha mai giocato un ruolo di grande rilievo nella vita di Devil, dopotutto.- replica la ragazza.

-Uhm, molto bene, allora… Ah un’ultima cosa: anni fa Ben Urich fece un’inchiesta simile su Devil e parte del suo materiale fu rubato da una nostra interna che lo vendette ad una rivista scandalistica.[8] Mandane una copia a Ben, non voglio che pensi che lo stiamo scavalcando. È un ottimo reporter…e anche tu… ragazza.-

            Joy sbuffa, ma è ovvio che quello di Jonah non è un desiderio, ma un ordine.

-D’accordo Jonah.- risponde. Almeno ha l’articolo, pensa, ed è quello che conta. Esce dall’ufficio ed i due anziani uomini restano ad osservarla.

-Ragazza in gamba eh?- commenta Charlie.

-Mmmf, si, direi di si.- risponde J.J.J. –Certo non avevamo giornalisti come lei, ai miei tempi, no davvero, ma ha…ehm… delle interessanti qualità.-

-Attento Jonah…- ridacchia Snow -…non so se tua moglie apprezzerebbe certi commenti.-

-Nemmeno la tua, credo, Charlie, ma nessuna delle due è qui, giusto? E poi, ogni tanto due uomini avranno il diritto di pensarla da uomini, no?-

-Parole sante Jonah.- replica Charlie. Era un’impressione o, in un modo alquanto maldestro, J.Jonah Jameson aveva tentato di fare una battuta? Avrebbe dovuto segnare questo giorno sul calendario e, chissà, magari fare una proposta per renderlo festa nazionale.

 

 

2.

 

 

            Ok, vi sarete stufati di sentirlo dire, ormai: mi chiamo Ben Urich e sono un giornalista del Daily Bugle ed in questi giorni sono impegnato in una di quelle inchieste giornalistiche che mi hanno reso famoso. Ovviamente, se non siete lettori del Bugle, non ve ne importerà nulla, ma, giusto nel caso che siate uno di quei sette milioni che, ogni giorno, solo nella Grande Mela, comprano quello che, a seconda delle reazioni che suscitano i suoi articoli, viene, di volta in volta, definito: “un baluardo delle libertà civili” oppure “un infame fogliaccio scandalistico”, giusto nel caso, dicevo, che siate un affezionato lettore, allora potreste essere interessati a sapere che avevo appena ottenuto un appuntamento col Presidente della Cyberoptics, una società immersa fino al collo in un caso di corruzione politica che aveva già portato all’omicidio di due persone.[9] Questo avrebbe impegnato già abbastanza la mia giornata, se non fosse arrivato un pacco, contenente la bozza di un articolo della nostra gemella Now, articolo che mi fa strabuzzare gli occhi e preoccupare al tempo stesso. Non posso negarlo: Joy Mercado ha fatto un ottimo lavoro. Sarebbe sorpresa di sapere che, per quanto logiche siano, le sue conclusioni, sono completamente sbagliate. Il problema non è questo, però, ma il fatto che certe porte che era meglio che restassero chiuse, verranno riaperte e mi chiedo come la prenderà Matt Murdock. Domani sarà un giorno bollente per lui, temo.

 

            Questo è un giorno bollente per me. Come se non bastasse Stilt Man, ecco anche i miei vecchi amici: Fancy Dan, Montana ed il Bue, vale a dire, i Duri. Non chiederei molto alla vita, ma, almeno una volta, mi piacerebbe che qualcuno che pesto rimanesse in galera. Cosa li ha fatti uscire stavolta? Il Gufo ha dato fondo alla sua Cassa Cauzioni? Un cavillo tecnico li ha fatti scarcerare il giorno dopo? Sono semplicemente evasi? Ma, soprattutto, perché non possono andare a prendersela con qualcun altro, una volta tanto? Mi libero del cavo di Montana abbastanza facilmente, poi salto a terra, evito una carica del Bue, la cui intelligenza, vedo, non è migliorata dal nostro ultimo scontro, salto sopra la testa del piccolo Fancy Dan e, per poco, non finisco contro la lama del Matador. Un momento, fermi tutti! Il Matador e che c’entra lui coi duri? Niente, ovviamente, ma ciò non gli impedisce di accodarsi a coloro che vorrebbero farmi a fette per quell’ipotetica taglia.

-Manuel…- gli dico -…non sei troppo vecchio per giocare con le spade?-

-Devil!- ribatte lui, effettuando un affondo –La tua cabeza da sola vale un milion de dollares, ma se ucciderò l’Uomo Ragno, oltre a te, ne avrò ben quattro. Hai idea di cosa significhi per la mia famiglia?-

-La tua preoccupazione di fratello e zio è commovente Señor Eloganto…- ribatto -… ma perché non provi a raggiungere il tuo obiettivo in modo meno cruento? Che so, partecipando a “Chi vuol essere milionario?”-

-In tutti questi anni non sei cambiato affatto, Devil, parli sempre troppo.-

-Già.- commenta una nuova voce –fa piacere vedere che certe cose rimangono costati nel tempo, vero?-

            Mentre un mortale ed affilato yo yo mi sibila ad un millimetro dalla testa, non posso fare a meno di pensare che Jester proprio non ci voleva e mi rendo conto che le cose non possono più peggiorare… o forse si.

 

         Qualcuno la chiamava la Torre del Gufo, la sua silhouette  ricorda quella del Chrysler Building, un design d’altri tempi, solida pietra, non le gabbie di vetrocemento che vanno di moda oggi. È così che a me piace: un edificio con un anima, come gli uomini che un tempo abitavano Wall Street, gente che meritava a pieno titolo il nome di raiders, predatori, perché questo eravamo, conquistatori, come Alessandro Magno, Cesare, Gengis Khan, non come questi ragazzetti senza spina dorsale sei tempi moderni. Questa era la mia torre, il luogo da cui dirigevo tutti i miei affari. Tecnicamente non potrei tornare a New York, sono, pur sempre, ufficialmente un ricercato, ma non ha importanza, nessuno mi cercherà qui, stanotte ed io, qui sono il re ed è la sola cosa che conta.

         Il mio secondo in comando, Lapide, scatta quando fanno un cenno.

-Urich e la donna hanno ottenuto l’appuntamento alla Cyberoptics?- chiedo.

-Si.- risponde Lapide –Vedranno il Presidente stamani.-

-Molto bene. MI fido del nostro uomo, saprà capire di sicuro, quanto quei due possano aver capito dei nostri piani. In ogni caso, non ha importanza, perché per domani a mezzogiorno saranno morti ed i morti non possono scrivere articoli.-

 

         Non avevo mai conosciuto Franklin Risk prima d’ora, anche se il mio vecchio amico Peter Parker, che aveva avuto il dubbio onore di conoscerlo,[10]  aveva avuto occasione di parlarmene ed avevo, in più, letto cosette molto interessanti su di lui, con una ricerchina personale. Era un manager senza scrupoli che, oltre a muoversi come finanziere indipendente, aveva anche ricoperto incarichi direttivi in numerose società importanti, la Presidenza della Cyberoptics era solo l’ultima di una serie di poltrone su cui posava il suo poco nobile deretano. Da quanto ne sapevo, un bel numero di organi di polizia federali, statali e locali, avevano cercato di incriminarlo da un capo all’altro del continente, senza alcun successo, il che li aveva riempiti di un certo numero di frustrazioni. Di lui si poteva certo dire che amava fare onore al suo cognome, “rischio”, e non si tirava indietro davanti ad una sfida, se la reputava degna della sua attenzione. Quello che io e Candace Nelson ci troviamo di fronte è un uomo di circa 55 anni, dai capelli e baffi bianchi, vestito in un impeccabile completo grigio di Armani e con uno sguardo duro come il ghiaccio, appena mitigato da un sorriso di circostanza, falso come una moneta da un dollaro e mezzo. Perfino io percepisco il senso di disagio di Candace di fronte ad un occhiata che la soppesa e la valuta, non come la persona che vuole essere, ma come l’oggetto che uomini come Risk la ritengono.

-In cosa posso esservi utile signori?- ci chiede con studiata cordialità.

-In una parola sola: collaborazione.- dico schiettamente –Io e la mia collega stiamo cercando di appurare i dettagli di certi appalti della Cyberoptics con lo Stato di New York e con il Pentagono.-

-La nostra è un’azienda relativamente giovane ed un modo per farla prosperare, lo capirà Mr. Urich, è mantenere segreti certi dettagli operativi. La concorrenza è spietata, sa?-

.Oh si.- interviene Candace, bisogna dire che il braccio destro, ingessato dopo una recente aggressione intimidatoria,[11] non toglie niente alla sua verve, anzi. –Sappiamo, però che la sua “giovane azienda” è stata coinvolta in uno scandalo di contrabbando di armi cibernetiche e Cocaina con la Colombia ed altri paesi del Centro e Sud America.-

            Risk agita una mano, come a scacciare un’immaginaria mosca e ribatte:

-Storie del passato, Miss Nelson. Ora vogliamo proiettare di noi un’immagine pulita.-

-Lo immagino.- commenta, acida, Candace.

            Questo colloquio non ci porterà a niente, a parte, forse, dare più corpo ai nostri sospetti e mettere allo scoperto alcuni nervi. Resta da vedere, se questo sarà un bene od un male per noi.

 

 

3.

 

 

            Wilson Fisk osserva, impenetrabile, la sfilata dei testimoni della difesa ed ammira la capacità e la tenacia del suo avvocato. L’ha osservata durante la prima fase del processo, demolire i testimoni dell’accusa, rendere evidente come non potessero provare niente contro di lui, come nessuno potesse collegarlo direttamente all’esecuzione di un crimine. Per sua fortuna, Caesar Cicero ne sapeva troppo poco dei suoi affari per avere elementi seri d’incriminazione contro di lui e quella donna li ha saputi mettere efficacemente in dubbio. L’uomo che, un tempo, era noto come Kingpin, ammette con se stesso di non capire molto dei tecnicismi legali usati dalla donna che lo difende, quel che importa è che funzionino. In più, assapora l’ironia di avere al suo servizio proprio Rosalind Sharpe, detta “Razor”, colei che, oltre ad essere uno dei più prestigiosi avvocati del paese, è anche la madre del Pubblico Accusatore, quel Franklin “Foggy” Nelson, che, in più di un’occasione, è stato sua inconsapevole pedina e che è, anche, il migliore amico dell’uomo che Wilson Fisk considera la sua vera spina nel fianco: Matt Murdock, alias Devil l’Uomo Senza Paura. Che si tengano stretta la loro amicizia, pensa Kingpin, quando questa storia sarà finita, potrebbe essere l’unica cosa che rimarrà loro.

 

            Cosa passi nella mente di “Razor” Sharpe non è dato saperlo. Conduce i suoi interrogatori da vera professionista, in realtà non ha veri testimoni da portare, ma è anche fortunata, il grosso delle accuse grava sugli altri: Silvermane, Testa di Martello, Ma’ Gnucci, sono loro che sono stati i più colpiti dalle accuse di Caesar Cicero e quelli che, sicuramente, ne patiranno le più dure conseguenze. Rosalind ha osservato Foggy condurre l’accusa con piglio e decisione che contrastano con la sua abituale timidezza; l’ha osservato ed udito, mentre obiettava alle domande dei difensori e poi condurre serrati controinterrogatori, che smontavano le tesi difensive. Le hanno detto che aveva fatto Legge a causa sua, solo perché ammirava quella madre che l’aveva abbandonato, ma, a quanto pare, i geni non sono acqua e lui è davvero bravo. Anche la sua assistente, quella Kathy Malper, si è dimostrata in gamba, determinata e dura, quanto deve esserlo una che era riuscita a diventare Capo della Sezione Crimine Organizzato della Procura degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York, cosa non certo facilissima per una donna. Dopo la fine del processo dovrà ricordarsi di chiederle se, per caso, le interessi un incarico molto più ben remunerato dell’attuale, nel settore privato.

           

Franklin “Foggy” Nelson vuole vincere questo processo, vuole dimostrare quanto vale, certo, ma è anche stufo di vedere gente come Kingpin sfuggire sempre alla giusta punizione. Questo deve finire e finirà.

 

            Tutto questo deve finire prima che diventi troppo ridicolo, Non posso passare il mio tempo a combattere tutti questi buffoni in costume (definizione alquanto stupida, se data da uno che indossa una calzamaglia rossa), a parte il fatto, che non riuscirei a sconfiggerli tutti, se avessero il buon senso di attaccarmi tutti insieme. Per mia fortuna, s’intralciano a vicenda e non hanno alcuna voglia di collaborare, anzi, vogliono potermi uccidere da soli per non dividere la taglia. È a quel punto che prendo una decisione poco in linea con la mia immagine eroica e decido di scappare.

-Ma come, Devil…- sento apostrofarmi la secca voce di Jester -… vuoi scappare proprio ora che la rappresentazione si fa più interessante?-

-Spiacente, Jester, ma avevo scordato un appuntamento urgente. Devo andare dal mio parrucchiere e sai come sono quelli, si arrabbiano se salti un appuntamento, ma non preoccuparti, sei sempre nei miei pensieri e ci rivedremo presto, lo giuro.-

            Mentre blatero, salto di tetto in tetto, di asta di bandiera in lampione, cercando di seminare il gruppo dei miei avversari. Per mia fortuna, ci riesco, alla fine, dopodiché, faccio una cosa poco carina, m’infilo in un convento e blocco una certa suora.

-Matt, cosa ti sta succedendo?- mi apostrofa Suor Maggie, una suora che mi conosce molto bene.[12]

Le spiego il mio problemino e come, negli abiti di Devil non riuscirei mai a tornare a casa e lei, come speravo, mi offre la soluzione. Poco dopo, rivestito, forse poco elegantemente, ma di certo più normalmente che con un costume rosso, esco dal convento e prendo un taxi per casa mia. Domani farò riavere questi abiti vecchi al Convento, magari con qualche altra donazione in denaro e Maggie sarà contenta.

Davanti casa esito un istante. I miei supersensi mi avvertono che nessuno si è appostato nelle vicinanze, confidando sul legame tra Devil e Matt Murdock, ma, ovviamente, mi avvertono della donna seduta sui gradini, oltre il cancello, che, vedendomi, mi balza incontro, abbracciandomi.

-Debbie!- esclamo –Che succede?-

-Oh Matt, non sapevo che altro fare, ho bisogno d’aiuto…ma…i tuoi abiti…cosa?-

-Ti spiegherò più tardi.- replico. Vale a dire, quando mi sarò inventato una spiegazione convincente, che non metta in pericolo la mia doppia identità anche con lei. –Ora andiamo in casa, pare che tu debba dirmi qualcosa di urgente.-

            E così facciamo.

 

 

4.

 

 

            La sera passa e si arriva al mattino.

Debbie parla ed io l’ascolto. Il suo problema è serio, ma possiamo risolverlo, insieme ed ho già qualche idea al riguardo, ma la metteremo in pratica quando sarà giorno. La invito a rimanere da me per la notte e lei accetta. Mi sono chiesto spesso se tra noi c’è veramente qualcosa o se siamo solo due solitudini, desiderose di restare unite. Non importa stanotte, perché stanotte siamo insieme ed è l’unica cosa che importi. Il suo sonno è agitato e spesso mi ritrovo a stringerla a me, come se sperassi che la semplice vicinanza possa scacciare i demoni che la tormentano. Tra me e Karen funzionava ed il pensarci mi fa ancora l’effetto di una coltellata allo stomaco.

            È il primo raggio di sole a svegliarmi o il rumore del camion dell’immondizia sulla strada? Che importa, dopotutto? Sono abituato a svegliarmi presto, comunque. È Debbie a ritirare la posta, mentre io sono in cucina ad ascoltare il notiziario.

-Un po’ di fatture e... questo.- mi dice.

-Cos’è?- le chiedo. Basterebbe passare una mano sopra quello che mi sembra essere una rivista, per sapere cos’è, ma devo recitare la parte del cieco.

-È una copia di Now Magazine.- risponde Debbie.

-Now? Non sono abbonato. Chi me ne ha mandato una copia?-

–La storia di copertina parla di te e Devil.-

-Davvero? Leggimela, presto.- dico, curioso e rammaricandomi di non poterle strappare di mano la rivista e “leggerla” molto più rapidamente di quanto potrebbe fare lei. La voce di Debbie comincia:

 

I GEMELLI LEGGE & ORDINE

Di Joy Mercado

 


I destini dei gemelli nati coi nomi di Matthew Michael Murdock e Michael Matthew Murdock dovevano rivelarsi più straordinariamente intrecciati di quelli di altri gemelli. Dei loro primi anni non si sa molto. Poco dopo la nascita dei gemelli, Grace Murdock sparì dalla vita del marito, senza che nessuno sapesse o volesse spiegarne le ragioni Portò, forse, con se, Mike e questo è il motivo per cui non ci sono testimonianze sui due ragazzi insieme nei loro primi anni di vita? Quel che è certo è che, mentre Matt Murdock cresceva, serio e studioso, nel suo vecchio quartiere si moltiplicavano le voci su un bambino dal volto mascherato da un passamontagna che combinava dispetti ai negozianti del rione e, quando capitava, infliggeva qualche lezione ai bulletti della zona. Si diffusero anche voci sul ragazzo che, nottetempo, s’intrufolava nella Palestra Fogwell, per allenarsi duramente, con risultati spesso visibili sul punching ball ed altri strumenti. Erano i primi exploits di Mike Murdock? I primi segni di quella che sarebbe stata la sua vita? Per un po’ di tempo, dopo l’incidente che costò a Matt la vista, ci furono solo pochi eventi degni di nota… il più rilevante dei quali riguardò l’imprevisto e misterioso intervento di un giovane mascherato, che tentò, senza troppo successo di liberare L’Ambasciatore Greco Hugo Niatchos, che, finì, invece, ucciso per errore da una pallottola vagante della Polizia. La figlia di Niatchos, Elektra, era sentimentalmente legata a Matt Murdock ed in seguito sarebbe diventata una killer mercenaria, che si sarebbe scontrata più e più volte con Devil. Coincidenza? Difficile da credere. Il tutto ci porta alla notte in cui fu ucciso Jack Murdock, il padre di Matt e Mike. Quella stessa notte, i due maggiori sospettati dell’omicidio: il corrotto manager di Jack, Roscoe Sweeney, detto il Sistematore ed il suo braccio destro Slade, furono affrontati da un misterioso ragazzo dal volto mascherato che riempì di pugni Slade e terrorizzò tanto Sweeney, da portarlo sull’orlo dell’infarto. Ancora una volta, era Mike, che cercava vendetta sugli assassini del padre? Chi può saperlo?

     Parlavamo di destini intrecciati e, mentre quello di Matt si avviava ad essere quello di uno stimato avvocato di successo, per Mike si apriva la carriera di supereroe: sarebbe diventato Devil, l’Uomo senza Paura.

     Sulla genesi del look di Devil o sulla scelta del nome, non si hanno dati precisi, non ci sono insomma, pipistrelli (o diavoli, in questo caso) che entrano drammaticamente dalle finestre a mò di oscuro presagio. Molto più semplicemente, l’idea può essere venuta, osservando un vecchio costume da wrestler del padre o dal soprannome che i bulletti del quartiere avevano affibbiato, da bambini, al timido Matt: Devil, appunto.

     Sia, come sia, ancora una volta, ci fu una curiosa simmetria nelle vite dei fratelli Murdock: lo stesso giorno in cui Matt apriva il suo studio legale con l’amico di sempre, Franklin Nelson, Mike compiva la sua prima impresa come Devil, arrestando proprio gli assassini del padre.

     L’avvocato ed il supereroe. Due facce della stessa medaglia e tutte e due con lo stesso volto. Il rigido Matt e lo scanzonato Mike, uguali, eppure diversi. Oggi noi sappiamo che Mike è stato il primo Devil, perché fu lo stesso Matt a confessarlo in un’intervista televisiva, ma all’epoca, erano davvero pochi a comprenderlo e pochi potevano capire appieno il legame che univa due fratelli così speciali.


 

 

            Debbie si prende una pausa.

-È incredibile!- commento.

-Ci sono falsità?- mi chiede.

-N… no! È solo che vedere i fatti così interpretati è… strano, ecco..-

            Tanto strano da non farmi dare ascolto ai miei supersensi, mentre la porta d’ingresso viene sfondata e degli uomini armati irrompono. Non è nemmeno il caso di pensare di affrontarli. Metterei in pericolo Debbie e la mia tanto vantata identità segreta. Meglio far buon viso a cattivo gioco.

-Vestitevi!- ordina quello che guida il gruppo. –Il capo vuole vedervi, adesso.-.

-Il capo? E chi sarebbe?- chiedo.

-Niente domande, muoviti!-

            Dopo che ci siamo vestiti, io e Debbie veniamo portati sulla soglia di casa, dove qualcosa, che sembra un tubo di plastica, ci inghiotte e, subito dopo, un getto d’aria ci spinge verso l’alto. Conosco questa tecnologia, anche se sono passati anni dall’ultima volta che ho avuto a che farci, così come conosco la voce che mi accoglie. Siamo in una specie di dirigibile, proprio come piace a lui, e sento diversi battiti cardiaci: Foggy, la sua fidanzata Liz Allen, Becky Blake, Willie Lincoln, un bel gruppetto di amici miei, direi, ma perché?

-Benvenuti, avvocato Murdock, Miss Harris nell’umile dimora di: MARAUDER!-

            Buon divertimento, Uomo senza Paura!

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

N° 25

 

GIUSTO PROCESSO (SECONDA FASE)

 

(PARTE TERZA)

 

 

VERDETTO FINALE

 

 

PROLOGO

 

 

Franklin E. Nelson Jr., che gli amici chiamano Foggy, ha appena finito di parlare. Un discorso impegnativo, l’arringa finale del processo del secolo contro i maggiori capi criminali della Costa Orientale. Foggy non è un avvocato istrionico, parla con voce calma, quasi monotona, ma illustra con puntiglio e precisione le ragioni per cui la Giuria deve condannare gli imputati. Sarebbe piacevolmente sorpreso se vedesse alle sue spalle il sorriso di Rosalind “Razor” Sharpe, un sorriso che pare essere di approvazione, una cosa che questa madre non ha mai dato a suo figlio.

Tocca agli avvocati della difesa, parlare, adesso. Uno dopo l’altro si alzano e dicono quello che è loro compito dire, poi, il giudice Lewis si rivolge alla giuria.

-Ora tocca a voi, signori, il compito più pesante: giudicare se gli elementi a voi presentati siano sufficienti ad un verdetto di colpevolezza. Siete chiamati al più alto compito a cui una società democratica può chiamare i suoi figli. Che Dio vi assista.-

            La Giuria lascia l’aula per iniziare una reclusione volontaria, che terminerà solo quanto avranno raggiunto un verdetto unanime. Nel lasciare l’aula, “Razor” Sharpe si ferma davanti al figlio.

-Ottimo lavoro Foggy, complimenti e... vinca il migliore.-

-Ah… si… grazie.- borbotta Foggy, chiaramente a disagio.

            Mentre la madre imbocca la porta d’uscita pensa: Vinca il migliore, certo, ma per una volta, vorrei che a vincere fosse la giustizia.

 

 

ATTO PRIMO

 

IL PREDONE E L’AVVOCATO

 

 

1.

 

 

            A volte ho la certezza di vivere una vita assurda. Eccomi qui, Matt Murdock, avvocato di successo e, segretamente, supereroe col nome di Devil, prigioniero di un vecchio nemico, che non incontravo più da anni, in quella che sembra essere una parodia di uno dei nostri ultimi incontri. A quanto pare, ha rapito i miei migliori amici: Foggy Nelson e la sua fidanzata Liz Allen, la mia socia Becky Blake, il mio investigatore di fiducia Willie Lincoln e, per ultimi, me e Deborah Harris Non so che intenzioni abbia, ma non sono amichevoli ed io non ho nemmeno il costume, con me.

-Che cosa vuoi da noi Farnum?- gli chiedo. Vecchia tattica quelle di chiamarlo col vero nome per innervosirlo, peccato che non funzioni.

-Ti ricordi ancora di me, a quanto pare, Murdock.- ribatte lui –Mi fa piacere. Quanto a ciò che voglio, è semplice: voglio la testa di Devil.-

-Sei interessato anche tu alla taglia?-

            Marauder ride, sinceramente divertito.

-Io? Non hai capito Murdock, io ho messo la taglia, io ho scatenato la caccia all’uomo su Devil e l’Uomo Ragno, le mie nemesi storiche, ma non c’è nulla come fare il lavoro con le proprie mani e sarai tu a darmi la possibilità di farlo.-

-Io? E come?-

-Molto semplice. Tu conosci di sicuro l’identità segreta di Devil e me la rivelerai, in cambio della tua vita e di quella dei tuoi amici.-

            Splendido inizio di giornata, davvero.

 

I GEMELLI LEGGE & ORDINE

Di Joy Mercado

 

…Mentre la carriera di Matt Murdock procedeva a gonfie vele, grazie anche al fatto che si ritrovò non solo ad essere il legale di fiducia dei Fantastici Quattro, ma anche all’essere il difensore in alcuni clamorosi processi, come quello a Namor, il Sub Mariner, tanto da portarlo, in pochi anni, da un modesto appartamento del centro ad una bella casa di arenaria nella zona di Sutton Place, la carriera di suo fratello Mike prendeva una svolta improvvisa e drammatica. Tutto cominciò quando l’identità segreta di Devil fu scoperta da Stilt Man e Marauder. La notizia non divenne di dominio pubblico grazie anche all’apparente morte di Marauder stesso poco dopo. Tuttavia, anche se, per motivi suoi, Stilt Man scelse di tenere per se quel che sapeva, ormai il segreto non era più tale: uno dei suoi nemici sapeva che Devil era, in realtà, Mike Murdock. L’eroe non ebbe il tempo di rifletterci troppo, però, perché, solo pochi mesi dopo, si trovò ad affrontare il supercriminale chiamato lo Sterminatore ed i suoi sgherri, gli Ani Uomini. Nello scontro finale, Devil tento di sabotare l’infernale macchina di dislocazione temporale dello Sterminatore, ma il corto circuito che ne seguì provocò un’esplosione che uccise sia lo Sterminatore, che Devil stesso. Era dunque questa la fine della carriera dell’Uomo senza Paura?…

 

-Ascolta, Farnum.- esclamo –Ci siamo già passati anni fa e non ti è andata bene. Tu puoi anche non crederci, ma io non so chi sia Devil.-

-Infatti non ti credo Murdock. L’attuale Devil era un amico di tuo fratello, ha vissuto per oltre un anno nella stessa casa, con te e la Vedova Nera, a S. Francisco. Devi sapere chi è, specialmente considerato quel che dice l’articolo di Now.-

            I giornalisti sembrano fatti apposta per mettermi nei guai.

-Non capisco, Farnum.-

-Capirai, te l’assicuro...- ribatte lui -…ma è bene che tu lo sappia: se non parli, i tuoi amici, saranno uccisi uno dopo l’altro.-

-È una pazzia!- esclamo – Non puoi essere davvero sicuro che io sappia quel che credi.-

-Lo sono. Avevo pensato di restare dietro le quinte lasciando che tu e l’Arrampicamuri foste il bersaglio degli attacchi di quelli desiderosi della taglia, ma quando ho letto l’articolo di Now e le conclusioni di quella Mercado, ho capito che potevo colpire per conto mio. Vedi Murdock, io credo di sapere chi può essere Devil, tu devi solo dirmi se ho ragione e lo farai, se tieni alla tua vita ed a quella dei tuoi amici, dopotutto, anni fa, non esitasti a tradire tuo fratello, rivelandomi la sua identità,[13] perché dovresti prendertela tanto per un estraneo?-

            Perché non esiste alcun altro Devil, come non esisteva un Mike Murdock, io sono Devil, ma non poso certo dirglielo… o si? Non posso lasciare che i miei amici muoiano. Sento i loro sguardi su di me e so che devo prendere una decisione alla svelta.

 

 

2.

 

 

            L’uomo dai capelli biondi, tagliati alla militare e con gli occhi azzurri solleva lo sguardo dall’articolo di Now e sorride sinistramente.

-Povero Devil.- mormora –Sei davvero messo male in questi giorni eh?-

            L’uomo si avvicina ad un armadio e ne tira fuori un costume blu sulla cui maschera sono disegnati dei cerchi.

-Non posso permettere che qualcuno di quegli scalzacani in cerca di una taglia ti uccida, proprio non posso. Mi priverei di tutto il divertimento.-

            Così dicendo, l’uomo sogghigna e comincia a vestirsi.

 

… Passò poco più di una settimana dalla morte dell’eroe in rosso e Franklin Nelson, all’epoca candidato alla carica di Procuratore Distrettuale di Manhattan, fu rapito dal supercriminale Jester. A questo punto, un nuovo Devil fece la sua comparsa, sconfisse Jester e liberò Nelson. A quanto pareva, Mike Murdock aveva addestrato un successore nel caso di sua morte e quest’uomo, chiunque fosse, ne prese il posto. L’identità di Devil era di nuovo segreta e Hell’s Kitchen aveva, di nuovo, un protettore, uno che seguì fedelmente le orme di Mike Murdock, rendendo onore al nome che ora portava. Non per questo, finirono i legami tra Devil e Matt Murdock ed i suoi amici, anzi, pur non essendo più una presenza costante nelle loro vite, Devil era, comunque, l’angelo custode di Matt, al punto che, quando questi decise di trasferirsi a S. Francisco, assieme alla Vedova Nera, Devil lo seguì senza esitare, intrecciando, anche, una tormentata relazione con l’ex spia…

 

            Siedo alla mia scrivania al Daily Bugle, rimuginando su alcune cose che ho scoperto investigando sull’omicidio Bergstein, quando arriva, sconvolta, la mia collega Candace Nelson.

-Ben, Ben!- urla –Hanno rapito Foggy!-

-Cosa?- esclamo –Cos'è successo a tuo fratello?-

-Beh non so tutti i dettagli, ma mi hanno detto che è stato rapito da uomini in costume mentre stava tornando dal Tribunale Federale.-

            Mi ero quasi dimenticato che il processo conto i boss del Crimine organizzato si sta concludendo, ma ora questo passa in secondo piano. Qualcuno se l‘è presa con Nelson per via delle sue inchieste o perché è amico di Devil? In ogni caso vale la pena di verificare.

-Vieni.- dico a Candace –Andiamo a vedere se scopriamo qualcosa di più.-

            Ho appena finito di dirlo, che lei è già alla porta, benedetta impazienza.

 

… Fu, proprio durante la permanenza di Devil a San Francisco che un giornalista avanzò per la prima volta, e non sarebbe stata l’ultima, l’ipotesi, che Matt Murdock, nonostante la sua confermata cecità, fosse Devil, basandosi proprio sul fatto che Matt e la Vedova Nera convivevano nella stessa casa, mentre Devil e la stessa Vedova Nera erano partner nella lotta al crimine ed amanti. Fu proprio allora che, per difendersi da quest’accusa, Matt comparve in pubblico proprio mentre Devil affrontava un supercriminale giapponese chiamato Artiglio Blu e lo sconfiggeva. In quell’occasione, l’avvocato raccontò la storia di Mike Murdock e di come il nuovo Devil avesse promesso a Mike di tenere sempre d’occhio il fratello; per questo l’aveva seguito a Frisco. Questo mise fine alle voci sull’identità segreta di Devil, ma non a quelle sull’ambiguo rapporto tra Matt, Devil e la Vedova Nera e non erano i soli misteri a cui dare una soluzione…

 

 

3.

 

 

         Riesco a sentire l’impazienza di Marauder, devo trovare in fretta una soluzione, ma proprio non saprei quale. Come posso dargli un’informazione che non esiste?

-Allora Murdock…- dice lui -..vuoi proprio costringermi ad usare le maniere forti? Allora cominceremo dalla deliziosa Mrs. Allen Osborn.Portatela qui!-

         Due sgherri di Farnum afferrano Liz Allen e la portano di fronte a me, puntandogli le loro armi alle tempie.

–Forse il destino di questa donna non è molto importante per te, ma sono convinto che il tuo amico Nelson la pensa diversamente. Cosa pensi che dirà, se lascerai che la sua donna sia uccisa perché vuoi proteggere il tuo sporco segreto?-

         Sento l’intensità dello sguardo di Foggy e riesco a capire cosa sta pensando: deve scegliere se tradire me o lasciare che Liz muoia. Naturalmente non c’è scelta.

-Hai vinto, Marauder, parlerò.- dico infine.

-Matt…- esclama Foggy.

         Stringo le labbra, poi, alla fine, parlo:

-Devil… sono io!-

         Marauder mi vibra un colpo a mano aperta, che mi fa vacillare. Un rivolo di sangue scende dal labbro superiore.

-Credi che io sia scemo?- esclama con durezza –Pensi davvero che possa credere che un cieco sia Devil? Per due volte ti hanno accusato di esserlo ed hai dimostrato che era falso. Ti hanno visto insieme a lui in varie occasioni. Perché ti ostini a prendermi in giro?- interrompe il suo sproloquio e si ferma a riflettere, posso sentire il ritmo del suo cuore accellerare, mentre raggiunge una conclusione –Ma certo!- esclama infine –Quella giornalista ha ragione: Mike Murdock non è mai morto, ha solo finto per proteggere la sua identità segreta dopo che io l’avevo scoperta ed ora usa un falso nome, è l’unica spiegazione.-

         Santo cielo, questa storia diventa sempre più complicata, come potrò uscirne?

 

 … C’erano degli episodi a cui non era facile dare un senso, ad esempio le molte morti di Matt Murdock. Poco dopo la morte di suo fratello, Murdock scompare, apparentemente morto, in un incidente aereo. Pochi mesi dopo, ricompare vivo e vegeto e racconta di aver finto la propria morte per sfuggire al complotto di un folle che intendeva ucciderlo. Alcuni anni più tardi, Murdock è incastrato da un altro complotto e viene radiato dall’Ordine degli Avvocati per una falsa accusa di corruzione. Poco dopo, la sua casa salta in aria per un’esplosione causata da ignoti e lui scompare. Per un certo periodo, anche Devil scompare, per poi, riapparire in tempo per battersi contro un folle di nome Nuke, che aveva messo a ferro e fuoco Hell’s Kitchen. Alcuni mesi dopo, anche Matt riappare in Hell’s Kitchen, assieme alla sua ex segretaria ed ex fidanzata Karen Page, all’epoca anche ex attrice porno ed ex tossicodipendente. Cosa avesse fatto sino ad allora e come fosse finito a dirigere un consultorio legale per non abbienti, non è mai stato chiaro. Subito dopo, un'altra scomparsa, nel corso della crisi, molto simile a quella vissuta di recente, che qualcuno chiamò Inferno e, naturalmente, un’altra riapparizione, seguita dalla sua riabilitazione e la riammissione alla professione legale. Particolare curioso, poco prima del ritorno di Murdock, alla Palestra Fogwell, la vecchia palestra bazzicata dal padre di Matt, si esibì, per un breve periodo, un pugile che si batteva ad occhi bendati e che si faceva chiamare Jack Murdock, lo stesso nome del padre di Murdock e la cui descrizione è molto simile a quella di Matt stesso. Infine, un'altra scomparsa e morte presunta ed un altro ritorno. Una giornalista del Daily Bugle aveva venduto ad un tabloid concorrente dei documenti in base ai quali, ancora una volta; Matt fu accusato di essere Devil. Matt divenne bersaglio sia dei giornalisti, che di nemici di Devil decisi a vendicarsi. Ad un certo punto, fu ritrovato un cadavere che gli assomigliava e Matt Murdock fu ufficialmente dichiarato morto. Quasi contemporaneamente, Devil adottò un nuovo costume e si diffuse la voce che non fosse lo stesso Devil di prima, avvalorando la tesi che il defunto Matt Murdock fosse stato proprio Devil. Le cose erano destinate a complicarsi ancora di più…

 

         La Giuria è riunita in Camera di Consiglio da molto tempo, ormai, e la sensazione è che ci vorrà tempo perché arrivi la decisione e non sono molti a scommettere su quale sarà. Betty Brant freme nell’attesa, questo è il suo ultimo incarico prima di partire per un non breve periodo come inviata all’estero[14] e spera che nulla lo rovini. Ha visto le facce degli uomini e dell’unica donna giudicati in quest’occasione: alcuni erano impassibili ed indifferenti, altri esprimevano solo odio e disprezzo per coloro che li giudicavano. Betty spera che il loro destino li vedrà in prigione, ma teme di essere diventata troppo cinica e di aspettarsi solo il peggio, ormai.

         Le ore scorrono lunghe.

 

 

4.

 

 

         L’uomo che era conosciuto come Kingpin attende la telefonata che lo informerà dell’uscita della Giuria nella sua cella al Centro di Detenzione Federale di Brooklin. Inganna l’attesa leggendo l’ultimo numero di Now. Quella Mercado ha fatto un buon lavoro, pensa, non è colpa sua se ha sbagliato conclusioni, peccato. Meglio così in fondo, dopotutto lui non ha interesse a che la vera identità di Devil venga divulgata, meglio che resti un segreto custodito. Certo, Murdock avrà sempre dei fastidi a causa di quanto scritto nell’articolo e questo, naturalmente, non gli dispiace,

 

… Le testimonianze sono abbastanza concordi su questo: mentre, come si apprenderà solo più tardi, Matt Murdock era nascosto in un rifugio segreto dello S.H.I.E.L.D., nel quartiere di Hell’s Kitchen fece la sua comparsa un tale Jack Batlin, un risolutore di problemi, si definiva, ma cosa facesse di preciso non era chiaro, a parte il fatto che contribuì a liberare il quartiere da parte del sottobosco che lo infestava. Jack Batlin, un nome emblematico, perché Battlin’ Jack era stato il soprannome del padre di Matt e Mike nel momento di sua massima gloria. Chiunque fosse, Batlin apparve come una meteora e scomparve altrettanto rapidamente, proprio quando ricomparve in scena un Devil vestito dell’originale costume giallo, che proclamava di essere il vero ed originale Devil, poco dopo ecco ricomparire il Devil in costume rosso, mentre il costume grigio e rosso scomparve. Qual’era la verità? Il Devil dal costume grigio e rosso era davvero una persona diversa, oppure Devil aveva avuto una crisi d’identità e non sapeva più chi era? E se questa era la risposta, allora, sotto la maschera del Devil Giallo c’era sempre la stessa persona, oppure quest’ultimo diceva la verità? Poteva Mike Murdock essere tornato dalla morte?

Esaminando i fatti raccolti da questa reporter si scoprono fatti incontrovertibili e sicuramente strani. Ad esempio: la comparsa di un cuoco dai capelli e barba rossa in un diner di Hell’s Kitchen distrutto da Nuke, il misterioso Jack Murdock e l’ancor più misterioso Jack Batlin, il cui appartamento fu devastato poco dopo la sua misteriosa scomparsa. È evidente che tutti questi uomini sono legati a Devil, ma come? Per quanto possa sembrare incredibile, la risposta sembra essere una sola: Mike Murdock potrebbe essere ancora vivo, potrebbe aver finto la sua morte per proteggersi dopo che la sua identità era stata scoperta ed aver vissuto sotto una o più false identità, come Jack Batlin, appunto. Se questo fosse vero, non ci sarebbe mai stato un secondo Devil, ma sempre e solo uno, l’originale. La sceneggiata dei tre Devil sarebbe solo uno schermo per distogliere i sospetti. Si, questa potrebbe essere la verità, oppure Mike Murdock è veramente morto e c’è un secondo Devil, ma in questo caso, chi potrebbe essere? Di coloro che sono cresciuti nel vecchio quartiere ed hanno la stessa età dei fratelli Murdock, pochi sono rimasti in vita o nella grande città, uno di questi ha l’età, la taglia e la preparazione giuste per essere Devil, il suo nome è Terrence Hillman, ex atleta, stuntman ed attualmente attore in una popolare soap opera che si gira qui a New York. Hillman ha le capacità atletiche per essere Devil, il suo lavoro gli consente di potersi spostare di notte è stato compagno di scuola di Matt Murdock. Ha vissuto sulla Costa Ovest nel periodo in cui Devil operava a S. Francisco. Qual è la verità, dunque? Mike Murdock è ancora vivo ed opera sotto falso nome? Esiste davvero un secondo Devi e questi potrebbe essere Terrence Hillman? È davvero esistito un terzo Devil e se si, chi era? Tutte domande senza risposta, almeno per ora e nessuno può sapere se l’avranno mai, di certo non questa reporter.

 

    È una situazione assurda, qualunque cosa faccia, non potrò impedire il disastro. Se non agisco, Marauder potrebbe uccidere uno dei miei amici, se, invece, agisco, allora manderò in rovina la mia identità segreta o convincerò definitivamente Marauder che Mike è ancora vivo. Devo decidere in fretta, prima che accada qualcosa, ma come ho fatto a finire in questo pasticcio?

-Non parli Murdock?- continua Farnum –Tuo fratello è stato abile, ma non servirà a niente, lo scoverò, che si nasconda sotto il nome di Jack Murdock o Jack Batlin o un altro ancora e, se per caso, fosse davvero morto, allora farò uccidere quell’Hillman, nel caso fosse davvero lui, Devil. Come vedi ho pensato a tutto, quindi è inutile continuare a tacere.-

         Non m’importa che dia la caccia a Jack Murdock o Jack Batlin, sono solo nomi senza sostanza, ma non posso permettere che un innocente ci vada di mezzo, a questo punto non ho scelta, devo agire a tutti i costi,

         Mi preparò a colpire, quando Marauder si blocca, dopo aver udito il ronzio di un comunicatore.

-Cosa sta succedendo adesso?- risponde alla chiamata e sento l’eccitazione nella sua voce - Cosa? L’Avvoltoio con il cadavere dell’Uomo Ragno? Bene, me ne occuperò personalmente, portateli qui nel solito modo.-

         L’Uomo Ragno morto? Non riesco a crederci un'altra cosa da farti pagare Farnum. Vengo preso da due uomini di Marauder e riportato nelle celle insieme a Liz Allen, poi, grazie all’ascensore ad aria compressa, ecco arrivare l’Avvoltoio e l’Uomo Ragno. Ma…. Un momento, sento i suoi battiti, non è affatto morto, anche se sta facendo una discreta imitazione. A quanto pare, c’è ancora un asso da giocare in questa partita.

 

 

ATTO SECONDO

 

IL RAGNO E IL DIAVOLO

 

 

5.

 

 

                Certi giorni nascono storti e questo è uno di quelli. Mi conoscete tutti, immagino: sono il vostro amichevole vicino di casa, l’Uomo Ragno.  Avevo passato la parte migliore della giornata a farmi correre dietro da un certo numero di supercriminali, tra cui Hydro Man e Knight & Fogg, interessati a riscuotere una taglia sulla mia testa, messa da chissà chì e, tanto per movimentare ancora di più le cose, il mio ex (?) nemico Norman Osborn, mi aveva informato che sua nuora, nonché mia vecchia amica, Liz Allen era stata rapita, da uomini e con metodi che portavano la firma della banda di Marauder e che Marauder poteva essere il mandante della taglia. Non ho indagato a fondo su come Norman potesse conoscere bene il modus operandi di Marauder, da lui mi aspetto questo ed altro, ma ho subito pensato ad un modo per ritrovare rapiti e rapitori. Sebbene abbia affrontato Marauder un paio di volte, lui era un nemico principalmente di Devil, ma io c’ero quando Cornetto gli rovinò un paio di importanti operazioni e questo può giustificare la sua ansia di vedermi morto. Ma perché rapire Liz? Di certo Frank Farnum, è questo il suo vero nome, non sa la mia identità segreta, quindi forse ha colpito Liz perché è la fidanzata del vecchio socio e migliore amico di Matt Murdock, Foggy Nelson. Ho tentato di avvertire Matt, ma non sono riuscito a rintracciarlo, così mi è venuta in mente un’idea pazzesca, Farmi catturare da Marauder per farmi portare dalle persone rapite. Bel piano eh? MI sono anche accordato con un vecchio nemico, l’Avvoltoio, perché fingesse di avermi ucciso e mi consegnasse, scappando indisturbato con la taglia. Altra idea geniale, vero? Non c’è da sorprendersi se nell’ambiente dei supertizi non sono noto per il mio acume. Naturalmente, il piano non ha funzionato proprio a puntino. Ho ritrovato Liz e, sorpresa, sorpresa, c’erano anche Matt Murdock, Foggy ed un paio di altri tizi, nonché Marauder con tutti i suoi uomini, con armi futuristiche puntate sulla mia testa. Bisogna dirlo: come riesco a mettermi nei guai io, non ci riesce nessuno.[15]

 -Un momento ragazzi, vi pare questo il modo di accogliere un ospite?- esclamo.

-Scusaci la scortesia Arrampicamuri.- replica Marauder –Mi occuperò di te, come si conviene, tra un secondo.-

            Così dicendo, preme un pulsante e, su uno schermo che mostra l'esterno, vedo l’Avvoltoio che vola via quando, la valigetta che tiene in mano esplode. Mentre vedo il mio vecchio avversario precipitare verso il suolo, Marauder commenta:

-Credeva davvero che l’avrei lasciato andare con un milione di dollari, dopo che aveva tentato di ingannarmi?-

-A dir la verità, io un po’ ci speravo.- commento, sperando di mostrarmi sbruffone come al solito –Non fanno più i supercriminali leali di una volta. Allora, qual è il programma adesso?-

-Solo la tua morte, Uomo Ragno, fatelo fuori, ora!-

            Un attimo prima che i fucili sparino, io sono già saltato verso l’alto sospinto dai miei muscoli con la forza proporzionale a quella di un ragno di un metro e 80 di altezza e 75 Kg di peso, ma scommetto che la cosa non vi sorprende. Non ho ancora iniziato la discesa, che già la mia tela è scattata dai lanciaragnatele ai polsi, bloccando la maggior parte delle armi degli scagnozzi di Marauder, il resto lo fanno i miei pugni e calci. A quanto pare, il vecchio Farnum non prende i suoi uomini tra i migliori classificati delle accademie di Taskmaster, o, magari, dipende dal fatto che molti di quei centri di addestramento sono stati smantellati ultimamente. Ho sentito certe storie che mi fanno pensare al coinvolgimento di Warlock e della sua Guardia dell’Infinito,[16] anche se, a dire la verità, simili operazioni mi sembrano un po’ al di sotto della sua portata abituale. Ma sto divagando, meglio che mi concentri sul mio obiettivo e cioè sbarazzarmi degli uomini di Marauder e liberare gli ostaggi.  Raggiungere la porta a sbarre è facile e per svellerla ci vuole solo una frazione della mia forza, ma, ovviamente, c’è chi non è d’accordo.

-Non ti permetterò di rovinare i miei piani, Uomo Ragno, tu morirai oggi!-

-Amico, se avessi dieci cents per ogni volta che mi hanno detto una frase simile da quando indosso questo costume, avrei abbastanza soldi da comprare la maggioranza della Microsoft, quindi piantiamola ok?-

-Pensi davvero di sfuggire al mio optiraggio?-

            Così dicendo, spara una scarica dalla sue lenti a specchio. L’ultima volta il suo optiraggio mi ha lasciato cieco per più di 24 ore, ma da allora mi sono fatto furbo. È bastata una piccola modifica al materiale delle lenti della mia maschera ed il semplice accorgimento di tenere gli occhi chiusi al momento giusto, facile da individuare per chi è dotato di un senso di ragno, ed il gioco è fatto.

-Ripensaci Farnum!- gli dico vibrandogli un uppercut che lo fa volare nel centro della stanza.

-Ed ora signori…- dico agli ostaggi -... è ora di tornare a casa. Programmare l’ascensore di quest’affare non è difficile, spero… voilà, in omaggio a Mr. Nelson, dritti sul tetto del Federal Plaza.-

-E lui?- mi chiede Matt alludendo a Marauder.

-Ci penserò quando sarete al sicuro, per ora la mia priorità è portarvi in salvo.-

-Preferirei vederlo subito dietro le sbarre…- commenta Nelson, poi guarda verso Liz -… ma credo tu abbia ragione.-

-Ok! Tenetevi forti e state attenti, non posso garantire un atterraggio morbido.-

            Aziono l’ascensore e poco dopo, siamo catapultati sul tetto del Federal Plaza. Matt si rivolge ai suoi amici:

-Becky, Willie, tutto bene?-

-Un po’ scossa, ma intera.- risponde Becky, mentre Nelson l’aiuta a rimettersi sulla sua sedia a rotelle. Quella ragazza ha del carattere, non c’è che dire.

-Io ho passato di peggio quando ero in Polizia e nel sud est asiatico.- risponde Willie Lincoln, un’altra persona da ammirare, nonostante abbia perso gli occhi quando una granata gli esplose in faccia, non si è dato per vinto e si è rifatto una vita di cui può essere orgoglioso.

            Alzo gli occhi verso il dirigibile di Marauder, ma sta già scomparendo, peccato, intendevo tornar su a dargli il fatto suo, ma non importa: ho lasciato uno dei mie ragni spia nascosto nella sala comandi, lo ritroverò quando voglio… sempre che lui non trovi prima il ragno spia e lo distrugga, naturalmente, io sono sempre ottimista.

-Beh signori...- dico –… io credo di  aver fatto il mio dovere, per oggi e quindi…-

-Beh, io penso che andrò a casa.- interviene Matt –Ho bisogno di riposo e più tardi dovrò trovare il sistema di avvertire Devil di quanto sta succedendo, credo che avrà bisogno anche del tuo aiuto Uomo Ragno.-

         Messaggio ricevuto, Matt, sarò a casa tua non appena ti sarai sbarazzato dei tuoi amici, contaci. Daremo una bella lezione a Marauder insieme.

 

            Passa circa un’ora, prima che riesca a tornare a casa. Lo confesso, sono preoccupato. Quell’articolo di Now può essere fonte di grossi guai. Se i miei avversari cominciano a credere che il mio fittizio gemello Mike è ancora vivo, gli attacchi contro di me si faranno sempre più frequenti nella speranza che io possa condurli da lui, se, invece, credono che il nuovo Devil sia Terrence Hillman, allora la sua vita sarà in pericolo costante. Sono un sostenitore della libertà di stampa, ma non c’è dubbio che i giornalisti mi hanno spesso cacciato in un mucchio di guai.

Lasciare Debbie a casa sua è stata la parte più difficile, per mia fortuna era troppo stanca per aver voglia di fare cose diverse dal riposare. Dovrò pensare anche a lei. Bernard Harris non mi è mai stato simpatico, ma si è ficcato in un pasticcio e se voglio bene a sua figlia, devo aiutarli entrambi.

            Mentre entro in casa, un odore familiare mi colpisce le narici supersensibili, un profumo penetrante e dolce, mescolato al suo odore naturale a formare una fragranza che conosco molto bene. È seduta comodamente in una poltrona del salotto.

-Ti aspettavo Matt!- dice semplicemente.

-Io invece non pensavo di incontrarti Natasha, ma di certo mi fa piacere.- rispondo. –A che devo l’onore?-

            La Vedova Nera sorride, o, almeno, immagino che lo faccia, sarebbe nel suo stile.

-Sono appena tornata dall’Asia dopo essere uscita da un grosso pasticcio.-[17] dice –Speravo di potermi concedere un po’ di riposo ed invece ti trovo immerso nei guai fino al collo. Sui media non si fa che parlare di te. In questo momento la W.G.B.S. sta trasmettendo uno speciale su Devil, condotto da nientemeno che Trish Tilby, penso che tu abbia bisogno d’aiuto, Matt.-

-Dalle retta, Matt.- interviene la voce dell’Uomo Ragno proveniente dall’alto –La signora ha davvero del buon senso.-

-Uomo Ragno, non usi mai le porte, come le persone normali?- gli chiedo.

-Non quando i lucernari sono così comodi. Ora, immagino che vorrai metterti in costume, ma non preoccuparti, se vuoi farti una doccia ti diamo tutto il tempo.-

-Lui sa?- chiede la Vedova.

-Signora…- replica l’Arrampicamuri -…io sono stato il primo a saperlo, ma non credo sia il caso di discuterne ora, vero?-

            Sorrido, rispondendo:

-Farò in un lampo, lo prometto.-

            Dieci minuti dopo, sono di nuovo in salotto nel mio confortevole costume rosso.

-Io credo che dovremo studiare un piano d’azione.- sta dicendo Natasha –Se eliminiamo il pericolo di Marauder non ci saranno più taglie da riscuotere e, dopo, saranno in pochi a volersi immischiare con te Matt, o con quell’Hillman.-

            Terrence Hillman, me  ne ero dimenticato. Uno dei pochi che, come me, siano riusciti ad uscire intatti dalla nostra giovinezza turbolenta. Mi ero dimenticato di lui, ormai, ma, se ora qualcuno pensa che sia Devil, non posso lasciargli correre un rischio simile. Improvvisamente i miei sensi colgono un rumore fuori dalla finestra, poi l’Uomo Ragno urla:

-Il mio senso di ragno è impazzito c’è qualcosa che sta per…-

            La prima esplosione è seguita da una seconda, subito dopo.

 

 

6.

 

 

            Arriviamo sul luogo pochi minuti dopo l’arrivo dei Detectives. Riconosco immediatamente O’Neil della Squadra Investigativa del Procuratore Distrettuale e Connor Trevane della Task Force Anti Crimine Organizzato. Quando mi vede, O’Neil mi fa subito cenno di passare, così io e Candace siamo i soli giornalisti ammessi.

-Cos’è successo?- chiedo.

-Che tu ci creda o no, Urich, qualcuno ha sparato due missili Stinger contro la casa di Murdock facendo un gran bel danno. –

-Scherzi?- esclamo, ben sapendo che dice la verità –Chi può essersi procurato degli Stinger per uccidere un avvocato?-

-Chiunque possa pensare che quel che si dice sul gemello di quell’avvocato sia vero.- interviene Trevane -Forse il mandante pensava che Devil vivesse in questa casa e sperava di eliminare il problema.-

            Dovrò fare quattro chiacchiere con Joy Mercado per questa brillante idea, non poteva limitarsi ai fatti, doveva esprimere anche le sue ipotesi campate per aria? Pensavo fosse un tipo serio.

-Notizie di Murdock?-

-Nessun corpo tra le macerie, finora.- risponde O’Neil –O non era in casa, o è riuscito a fuggire in tempo. Fossi in lui, non mi farei vedere per un pezzo da queste parti, tira aria brutta per chiunque possa conoscere la vera identità di Devil, temo.-

            Il che, spero, non includa anche me, ho già abbastanza guai per conto mio. Quanto a Matt, dovrà spendere qualche soldo per rimettere a nuovo la casa, sempre che ne abbia la possibilità, ovvio. Mi allontano dalla scena e mi accendo una sigaretta. Per un attimo alzo gli occhi verso l’alto e sul tetto di fronte mi sembra di vedere una figura. Matt? O qualcun altro? Chi? Faccio appena a tempo a fare queste riflessioni, che la figura scompare, come se non ci fosse mai stata.

 

             Franklin Nelson è nel suo ufficio, quando arriva la telefonata dal Tribunale, la Giuria ha raggiunto il verdetto. Sono stati veloci, pensa, credeva ci volesse più tempo per raggiungere una decisione, invece sono bastate 24 ore. Foggy guarda una foto sulla sua scrivania, un’immagine di tempi andati: lui, Matt e Karen ai bei vecchi tempi dei loro inizi. Vorrei che tu fossi qui, Karen, pensa, vorrei che fosse tutto come allora, invece tutto è cambiato e non necessariamente in meglio.

-Io sono pronta.- gli dice Kathy Malper, entrando, poco cerimoniosamente, in ufficio.

-Anch’io.- risponde Foggy –Andiamo!-

 

            Non abbiamo intenzione di perdere tempo: io, la Vedova Nera e l’Uomo Ragno siamo sulle tracce di Marauder, seguendo la traccia del ragno spia dell’Arrampicamuri.

-È stato un bel colpo di fortuna l’esser riusciti a lasciare la casa in tempo.- commenta l’Uomo Ragno.

-Diciamo che è stato merito del tuo senso di ragno.- replico io –

-Pensi sia opera di Farnum?- chiede Natasha –Il lancio dei missili, intendo.-

-Non so, non mi sembra nel suo stile, ma lo sapremo, quando l’avremo trovato.-

-Non vorrei sembrare un guastafeste…- interviene l’Uomo Ragno -..ma se non sto prendendo una cantonata, è lui ad averci trovato.-

            I miei sensi percepiscono una forma volante che ci sta venendo addosso, qualcosa di non umano, ma che riconosco ugualmente, anche se non lo incontro da anni: il micidiale Tri Uomo, il super androide di Marauder, le danze si sono aperte.

 

 

7.

 

 

            La vita è stata buona con Terrence Hillman, almeno sinora. Ha avuto un’infanzia ed una giovinezza dura, ma si è impegnato ed alla fine è riuscito a sfondare. Un passato nella squadra di atletica della scuola, alcuni anni come stuntman e poi la carriera di attore, sino ad arrivare, con il suo fisico atletico e la faccia d’angelo del duro dal cuore tenero, a cui non guastano i riccioli biondi e gli occhi azzurri, ad essere l’idolo del daytime. Certo, non è come recitare Shakespeare, ma lui conosce i suoi limiti. Gli è andata bene, sino ad oggi.

-Ascolta Maxie…- dice all’uomo corpulento dinanzi a lui, mentre agita una copia di Now Magazine -… tu sei il mio agente e dovresti tenermi fuori dai guai, giusto?-

-Beh, Terry, ragazzo mio…- risponde l’uomo -…nessuno mi ha informato e poi… chi vuoi che creda che tu sei Devil?-

            L’irruzione di tre uomini armati impedisce una risposta alla domanda o, forse, dovremmo dire che ne fornisce una eloquente

-Muori!- esclama uno degli uomini e spara.

        In seguito Terrence Hillman non saprà spiegare nemmeno a se stesso la sua reazione, ma in quel momento è solo pura adrenalina a guidarlo. Sferra un calcio al polso del primo uomo, poi gli sferra un colpo al basso ventre. Si tuffa verso il secondo, afferrandolo alla vita trascinandolo a terra, rotola di lato, evitando un proiettile a lui destinato, che colpisce, invece, l’uomo a terra, poi afferra un vassoio sul tavolino e lo lancia verso il terzo colpendolo al collo.

-Incredibile!- esclama il suo agente –Forse quella giornalista ha ragione, forse sei davvero Devil.-

-Ascolta Maxie.- sbotta Hillman –Trucchetti come questi li imparavi per forza a Hell’Kitchen quando ero un ragazzo, o non duravi abbastanza per strada. Mi fa piacere vedere che non li ho dimenticati, ma non sono uno stramaledetto supereroe, quindi, in nome di quel 10% che ti passo sui miei ingaggi, toglimi da questo guaio!-

            L’altro annuisce, ma dentro di se pensa: potrebbe essere il più grande colpo pubblicitario del secolo, se so gestirlo come si deve.

 

            Ammettiamolo gente, ho una vita interessante. A chi altri potrebbe capitare uno scontro con un androide tutto bianco che, oltre ad essere agile, scattante, forte e furbo come tre uomini, è capace di assumere tre forme diverse, tutte micidiali? Come? State indicando il tizio in rosso e l’avvenente signora in tuta nera che sono con me? Dimenticateli, tra poco loro avranno altro a cui pensare, mentre il vostro amichevole Uomo Ragno di quartiere dovrà impegnarsi da solo contro il Tri Uomo.  Qualcuno vi dirà che mi diverto a fare quello che faccio, che mi eccita il brivido della lotta, lo scontro contro il nemico, il volteggiare, mettere a segno i colpi, sapete? Potrebbe anche avere ragione, ma la vera ragione per cui faccio quello che faccio ha un solo nome: responsabilità. Ho questi talenti e devo usarli per il bene degli altri, tutto qui. Anche Devil la pensa come me, ne sono convinto e mi aiuterebbe, se ne avesse la possibilità, ma sembra che tutti i pazzoidi della città stiano scegliendo questi momento per attaccarci, lo svantaggio di avere una taglia sulla testa, credo.

            In breve la zona si riempie di gente decisa ad ammazzarci e le cose si fanno dure per tutti.

-Hai bisogno di aiuto Uomo Ragno?- mi chiede Devil.

-Lo accetto sempre con piacere.- rispondo, evitando un attacco del Tri Uomo, poi le cose cominciano a precipitare.

 

            Non poteva andar meglio nemmeno se l’avessi programmato, ma l’importante è che due spine nel fianco come Devil e l’Uomo Ragno si trovino in difficoltà e, magari muoiano. Non ha importanza per me che dietro la maschera di Devil ci sia Mike Murdock o chiunque altro, ho giurato di eliminarlo dalla mia strada ed in un modo o nell’altro, sta accadendo.

 

            Sta accadendo tutto troppo in fretta. Non riesco ad individuare un nemico, che un altro arriva. I miei nemici sembrano essersi dati convegno, decisi a farmi fuori. Qualunque scalzacani di questa città con un’arma sembra aver deciso di fare di noi il suo bersaglio preferito. Non vale nemmeno la pena di citarli tutti, sono una buona fetta dei nemici che io e l’Uomo Ragno abbiamo affrontato da quando abbiamo cominciato, beh non proprio tutti, non sento la presenza di Jester e del Matador, ad esempio, e mancano anche quelli che, nel corso di questi anni, sono morti, sono ancora in prigione o hanno cambiato vita (troppo pochi, purtroppo), ma gli altri, temo ci siano tutti, otre ad emeriti sconosciuti. Sembra un percorso ad ostacoli, per ciascuno che io, Natasha e Ragnetto abbattiamo, ne salta fuori un altro. Marauder me la dovrà pagare per questo, se sopravvivo a questa giornata, cioè.

 

            Non molto lontano da lì, due figure osservano il parapiglia. Sono Jester ed il Matador

-Come mai non ti unisci alla folla?- chiede il primo all’altro

-Non c’è onore in questo combattimento.- risponde il Matador –Nell’arena, alla fine, è uno scontro a due, il toro ha la sua possibilità di vittoria e se è bravo la coglie. Così, in tanti contro uno, non è…sportivo, ecco tutto.-

-Sei un uomo strano, amico.- replica Jester –Ma dopotutto, credo di pensarla come te, questo è un dramma in cui non mi diverto a recitare.-

 

            Non molto distante da loro un’altra figura li osserva. Nessuno deve ucciderti, Devil, pensa, nessuno a parte me. Non permetterò che vada diversamente.

 

         Io e Devil siamo confusi dai continui attacchi, ma ci diamo dentro. Marauder deve ridersela sotto quella sua buffa maschera, ha scatenato un bel teatrino. Forse io e Cornetto sopravviveremo a questa giornata, ma dovremo farla, finita con Marauder ed alla svelta.

            Non pensavo di vedere tanta gente che ho combattuto in passato. Per fortuna mancano i grossi calibri come Octopus o Mysterio o Electro, ma non sembra così importante, anche una semplice pallottola può toglierti la vita ed allora la mia giovane moglie sarebbe una vedova e mia figlia un’orfana. È un pensiero che mi spaventa. Ho deciso di continuare ad essere l’Uomo Ragno perché lo ritenevo giusto e la penso ancora così, ma non per questo ho voglia di finire all’obitorio. I miei pensieri sono interrotti, proprio mentre avviluppo nella mia tela un gruppo di nemici, dalla voce di una donna, la Vedova Nera. Il Tri Uomo l’ha afferrata e poi ha messo letteralmente le ali, allontanandosi in velocità.

-Scusate ragazzi, ma ho una faccenda urgente da sbrigare.- dico al mio uditorio e scatto in alto grazie alla mia tela. Devil mi sta precedendo e vedo che la Vedova si dimena come un’ossessa, del resto non è certo la tipica damigella in pericolo.

            Per un attimo, il mio senso di ragno pizzica, come se alle mie spalle ci fosse qualcuno pronto a prendermi di mira, ma la sensazione passa rapidamente. Se mai c’era un pericolo, oramai è cessato, chissà perché.

 

            L’uomo dal costume blu sogghigna divertito. L’uomo che ha appena ucciso non significa niente per lui, ma, come ha detto prima, non permetterà che Devil sia ucciso da un idiota qualunque. Hanno un appuntamento loro due, al momento giusto.

 

            Natalia Alianovna Romanova, meglio conosciuta come la Vedova Nera ha provato in tutti i modi a liberarsi, me né il suo morso di Vedova, né i calci od altro hanno scosso l’androide ed ora è troppo in alto per non rischiare di precipitare verso la morte, deve per forza aspettare di arrivare all’obiettivo del Tri Uomo e questo la fa infuriare.

 

            Seguire la traccia del Tri Uomo è facile, sembra proprio che voglia essere seguito ed ora eccolo puntare verso un ponte.

-Come direbbe la Cosa: “Che razza di sviluppo rivoltante è mai questo?”- esclama l’Uomo Ragno –La sta portando sul più alto pilone del George Washington Bridge.-

            So che quanto sta accadendo sta facendo scattare in Peter[18] brutti ricordi. Anni fa, la sua ragazza di allora, Gwen Stacy, rimase uccisa cadendo dal ponte di Brooklyn durante una lotta con Goblin.[19] La situazione è diversa, ma non credo che abbia grande importanza per lui.

-Si è fermato.- dico –Ma perché?-

-Forse aspetta quello!- risponde l’Uomo Ragno, mentre, sopra di noi, appare la familiare figura del dirigibile di Marauder.

-Non mi convince.- rispondo –Ci deve essere un altro motivo per questa fermata. Tu pensa a Marauder, del Tri Uomo mi occupo io.-

-Ne sei sicuro? Il mio senso di ragno pizzica da matti e...-

-Si, fidati, non perdiamo tempo..

 

         Spero che Matt sappia quello che fa, e salto verso il dirigibile. Una parte di me è contenta di non doversi battere sul ponte e, chissà, forse Devil l’ha fatto apposta per questo. Non importa adesso, ho raggiunto il mio obiettivo ed aprire il portello è uno scherzetto per la mia forza di ragno.

-Marauder, io e te dobbiamo parlare.- esclamo entrando. Sono accolto da una scarica ottica, che evito solo grazie al mio beneamato senso di ragno, poi comincia la bagarre. Gli scagnozzi di Farnum non sono difficili da eliminare. Lui è più tosto, anche se in un corpo a corpo non è alla mia altezza. Alla fine, lo privo delle sue armi e lo afferro per il bavero.

-Ok Marauder…- dico -…la tua caccia al Ragno è finita, la taglia sulla testa mia e di Devil è annullata da ora e tu finirai in una bella cella tutta per te.-

-Povero idiota.- ribatte Marauder –Hai dimenticato l’ultima e definitiva incarnazione del mio Tri Uomo, forse?-

            A cosa allude? Mi ricordo che, durante il nostro ultimo incontro,[20] il Tri Uomo aveva una forma umanoide, una volante e... e... Oh cielo, no!

-Non oserai, Farnum!- esclamo.

            Posso immaginarlo sogghignare sotto la maschera, mentre risponde:

-Oh non è una testata nucleare, tranquillo, ma ha abbastanza potenza da far saltare in aria il ponte e ridurre in briciole chiunque sia nel raggio di cento metri dall’epicentro dell’esplosione. Speravo di farvi fuori entrambi, ma mi accontenterò di Devil.- così dicendo, preme, prima che possa fermarlo, il pulsante di un mini telecomando.

-Bastardo!- gli dico, pieno di rabbia, mentre gli assesto un pugno che lo addormenta. Ora devo avvertire Matt prima che sia… troppo tardi.

 

            Franklin “Foggy” Nelson e Kathy Malper attendono al banco per l’Accusa. Poco lontano, la schiera di avvocati della Difesa, tra cui spicca Rosalind “Razor” Sharpe ed accanto a loro gli imputati: Wilson Fisk, detto Kingpin, Silvio Manfredi, detto Silvermane, Testa di Martello, Theresa, “Ma’ Gnucci ed altri ancora.

            Il giudice Lewis chiede:

-La Giuria ha raggiunto un verdetto?

-Si Vostro Onore.- risponde il Capo Giurato.

            Le formalità vengono rispettate ed il Capo Giurato ripete, per ogni imputato ed ogni capo d’accusa, la formula di rito, una sola parola:

-Colpevole!-

            Quando si arriva a Wilson Fisk, ecco che le cose cambiano e ad ogni capo d’accusa, le parole diventano due:

-Non colpevole!-

            Sul volto di Fisk si disegna l’ombra di un sorriso e su quello di Foggy Nelson la delusione, poi…

-Per il 15° capo d’accusa: evasione delle imposte federali sul reddito… Colpevole. Per il 16° capo d’accusa, evasione delle imposte federali societarie…Colpevole!-

            Non è una grande vittoria, ma è una vittoria. Il meglio che ho saputo fare, pensa amaramente Foggy, per te, Karen.

            Il Giudice Lewis si rivolge ancora alla Giuria.

-Signori, vi ringrazio per l’ottimo lavoro svolto. Siete congedati, adesso, potete tornare alle vostre normali occupazioni. I signori avvocati sono convocati qui Lunedì mattina per la lettura della sentenza, nell’attesa, gli imputati siano riaccompagnati alle loro celle senza cauzione. L’Udienza è tolta, Dio benedica gli Stati Uniti d’America!-

            È fatta, pensa Foggy, ora tocca alla Ferrari ed al suo staff coi processi locali, ma non avranno miglior fortuna. Abbiamo decapitato il Maggia e le organizzazioni affiliate sulla Costa Est, ma c’è ancora tanto da fare nella lotta contro il crimine.forse troppo per qualsiasi uomo. Guarda verso sua madre e legge la soddisfazione sul suo volto. La prossima volta, pensa. Ci sarà una prossima volta e allora vedremo.

 

            Atterrare sul pilone non è difficile e lo spazio per lo scontro col Tri Uomo è più che sufficiente. Il mio avversario ha lasciato libera Natasha, che si unisce a me nel tentare di fermarlo.

-C’è qualcosa che non mi convince.- le dico -Questa lotta non ha senso, che ci guadagna Marauder?-

-Forse non è così intelligente quanto credi.- mi ribatte la Vedova Nera.

-No, deve esserci qualcos’altro, ne sono… Ferma!-

            Improvvisamente, il mio superudito ha percepito un rumore all’interno del Tri Uomo, un congegno si è messo in movimento e, all’improvviso, ricordo, qual è l’ultimo talento del Tri Uomo.

-È una bomba ambulante!- urlo –Ed è stata appena innescata!-

-Ne sei sicuro?-

-Fidati, abbiamo solo pochi secondi prima dell’esplosione, c’è solo una cosa da fare!-

            Salto sul Tri Uomo, afferrandolo strettamente, la forza dell’impatto ci porta oltre il pilone ed iniziamo a precipitare verso il fiume. Il rumore dei circuiti, che marcano l’avvicinarsi al punto fatale, è come un colpo di tuono per le mie orecchie. Forse ho appena 10 secondi…

9… 8… 7… 6… 5…

La massa scura del fiume si avvicina sempre di più, sento la voce di Natasha che urla:

-Matt!-

            Mi auguro che nessun altro l’abbia sentita, ma, forse, non avrà più importanza tra poco. È solo il mio peso ad impedire che il Trio Uomo voli via col suo carico di morte. L’acqua smorzerà l’effetto dell’esplosione spero. in ogni caso, saremo solo io e l’androide ad andarci di mezzo.

… 4… 3…2…

            Dicono che negli ultimi istanti, le immagini più significative della tua vita ti passino davanti agli occhi. Io vivo in un mondo d’oscurità da circa vent’anni, eppure è come se potessi vedere il volto di mio padre e quello di Karen, proprio come se i miei occhi funzionassero ancora.

            L’impatto con l’acqua è improvviso, ma non posso preoccuparmene, il tempo è finito.

…1…0.

 

 

EPILOGO

 

 

            L’esplosione sollevò una colonna d’acqua di circa mezzo metro e fece ondeggiare il ponte per qualche secondo, ma la struttura resse, anche se avrà bisogno di qualche opera di manutenzione. La Polizia passò tutto il giorno a dragare il fiume. La Vedova Nera e L’Uomo Ragno rimasero costantemente in zona, compiendo frequenti tuffi per cercare qualunque cosa. All’alba del giorno dopo vennero recuperati alcuni frammenti del cosiddetto Tri Uomo e dei pezzi del costume di Devil, alcuni dei quali visibilmente insanguinati. Nessun cadavere, però, anche se la sicurezza non poteva essere raggiunta. Franklin Nelson non si dette per vinto e convinse le autorità locali a continuare le ricerche, ma non si trovò nulla di più. Il fiume non sempre restituisce quello che prende, fu una secca risposta alle domande. Dopo 24 ore dal fatto, tutti noi tornammo alle nostre attività, compresi Candace ed io.

            I media si gettarono sulla notizia. Un giornale più fantasioso degli altri titolò: “La seconda morte di Devil”. La questione fu oggetto di servizi e talk show. A molti di essi partecipò anche Terrence Hillman, l’attore che qualcuno indicava come possibile Devil.

<<Se Devil è morto, allora questa è la prova che io non sono Devil, perché io sono qui con voi stasera.>> fu una delle sue battute. Era chiaramente in cerca di pubblicità a buon mercato. Meglio per lui che non credessero che era Devil o la sua vita sarebbe stata costantemente in pericolo.

            Dopo 72 ore nessuna notizia di Devil o di Matt Murdock. Siedo alla mia scrivania in redazione e guardo le foto del mio vecchio dossier su Devil. Non riesco a credere alla sua morte, troppe volte ho recitato questo copione, eppure… Dove sei Matt? Che fine hai fatto? Sei davvero morto in quell’esplosione, oppure, come una fenice dalle sue ceneri, tornerai di nuovo tra noi? Domande senza risposta, almeno per ora, ma non smetterò di cercare, mai.

            Il mio nome è Ben Urich, sono un giornalista e la storia è solo all’inizio.

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

 

            Questa Ultimate Edition Anche questo racconto è finito ed è cominciata la rincorsa che ci porterà al 25raccoglie gli episodi da #23 a #25 della serie e, spero che abbaite apprezzato l’esplosivo finale.

            Ed ora gli appunti sulle storie:

1)    si risolve, finalmente, la trama della taglia, cominciata alcuni episodi fa ed abbiamo anche la partecipazione speciale dell’Uomo Ragno.

2)    Chi è il misterioso Abner? Debbie gli ha davvero sparato? La risposta non tarderà ad arrivare, ma i più attenti tra voi, avranno forse indovinato l’identità dell’uomo, specie se sono lettori di vecchia, anzi vecchissima, data..

3)    Chi è la misteriosa bionda di Isla Suerte? Anche qui, i più perspicaci tra voi l’avranno indovinato, per gli altri, dico solo: restate sintonizzati.

4)    Quali sono i piani di Richard Fisk e perché coinvolgono Candace Nelson? Beh, con po’ di pazienza saprete anche questo.

5)    Spero che vi siate divertiti a vedere in una stessa storia un così bel numero di vecchi avversari di Devil, io, personalmente, si. Se siete insoddisfatti del loro ridotto ruolo in questa storia, abbiate fede, li ritroverete tutti, nel prossimo episodio, assieme a qualche altra sorpresina;

6)    Normalmente detesto gli anniversari come il 25° numero, che mi sono sempre sembrati creati ad arte per catalizzare l’attenzione. Ai vecchi tempi, intendo quelli di Stan & Jack, nel nostro caso di Stan & John (Romita Sr.) & Gene (Colan), perfino il #50 era un numero a cui dare scarso risalto. Il #100, ecco, quello si che era un numero a cui dare peso, bello tondo. Si da il caso, però, che io avessi una trama che si poteva chiudere proprio col #25 (in realtà si poteva chiudere col #23, ma gli eventi di INFERNO² mi hanno costretto ad aggiungere due numeri extra, così, come vedete, non tutto il male viene per nuocere -_^), per iniziare, poi una nuova, scintillante, trama (beh sono ottimista, lo so -_^) a partire dal #26, in un modo che vi stupirà, o, almeno spero.

7)    Quali effetti avrà l’articolo di Joy Mercado sulla vita di Devil e Matt Murdock e non solo sulla loro? Per saperlo, non dovete far altro che leggerlo nel prossimo appassionante episodio. Nel frattempo, lasciate che vi avvisi di una cosa: i fatti descritti da Joy sono tutti veri e verificabili da chiunque possieda non solo Daredevil Vol 1° #1 in una delle sue molteplici edizioni italiane, ma anche Daredevil Vol 1° #168 (per esempio su FQ, Star #1) o Daredevil: The Man Without Fear di Frank Miller & John Romita Jr.  Lo studio Nelson & Murdock è divenuto il consulente legale dei Fantastici Quattro in Daredevil Vol 1° #2 (Devil, Corno, #2); il processo di Namor è stato narrato in Daredevil Vol 1° #7 (Devil, Corno, #7); lo scontro con Marauder e Stilt Man in Daredevil Vol 1° #27 (Devil, Corno, #22); la “morte” di Mike Murdock avvenne in Daredevil Vol 1° #41 (Devil, Corno, #38), in quell’occasione il suo avversario, lo Sterminatore, non morì, ma le radiazioni del suo cronocannone lo dotarono di nuovi poteri, in seguito ai quali assunse l’identità del Seminatore di Morte; il “debutto del “nuovo” Devil avvenne in Daredevil Vol 1° #42 (Devil, Corno, #39); la prima morte apparente di Matt Murdock avvenne, invece, in Daredevil Vol 1° #54 (Devil, Corno, #51); la caduta e rinascita di Matt Murdock e Devil sono narrati nel magistrale “Rinascita”, visto per la prima volta in Daredevil Vol 1° #227/233 (Fantastici Quattro, Star, #37/43); il Devil Grigio e rosso e Jack Batlin comparvero per la prima volta in “Caduta dal Paradiso”, in Daredevil Vol 1° #319/235 (Devil Alfa e Devil & Hulk #19/21) ed il Devil “Giallo” ritornò nella saga "Inferno", in Daredevil Vol 1° #345/347 (Devil & Hulk #35/37), Le interpretazioni dei fatti, sono, ovviamente, un’altra cosa.

8)    Terrence Hillman è un personaggio introdotto nella recente saga di Devil “L’ultima beffa”, in Daredevil Vol 2° #20/25 (Devil & Hulk Nuova Serie #22/24), storia che non appartiene alla nostra continuity. Il personaggio era adatto ai miei scopi e l’ho riadattato in modi che, spero, vi piaceranno. D’altra parte, anche l’avvocato Claude Unger debutto in quella storia ed è stato ripreso dal sottoscritto ed altri autori MIT e, chissà che non ce ne siano altri.

Questo è tutto, per ora, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo episodio, perché ci sarà un prossimo episodio e ci sarà anche Devil, ma, forse, non nel modo che vi aspettate e, per citare l’immortale Maestro Alfred Hitchcock, per ora vi dico solo: “Buonasera”.

 

Carlo



[1] In inglese: Razor Sharpe, appunto,

[2] Come dettagliato nella miniserie INFERNO² #1/3 e tie in collegati, tra cui, gli ultimi due episodi di questa serie.

[3] Nell’episodio #20

[4] Stilt Man, in inglese, significa: Uomo Trampolo

[5] Se non ci credete, controllate in Daredevil Vol 1° #8 (Devil, Corno, #8)

[6] Vale a dire, nell’ultimo episodio.

[7] Peter Parker, alias l?uomo Ragno, ma devo proprio spiegarvelo? -_^

[8] Nella famigerata saga “Caduta dal Paradiso”

[9] E se state cadendo dalle nuvole, sarebbe il caso di chiedersi perché diavolo non abbiate letto gli ultimi 12 episodi di questa serie (un Carlo preoccupato di non saper tener desta l’attenzione del lettore. -_^)

[10] Per una certa esperienza vissuta in Nova #12 e Amazing Spider Man Vol 1° #171 (Eterni, Corno, #12 o Uomo Ragno, Corno, #242), il cosiddetto “Affare Fotone”

[11] nell’episodio #20

[12] Dovrebbe, visto che, a quanto pare, è Grace, la madre di Matt.

[13] In Daredevil Vol 1° #27 (Devil, Corno #22)

[14] Vedi Capitan America a partire dal #13

[15] Tutto questo lo trovate in Uomo Ragno MIT #35

[16] Voci corrette, basta leggere La Guardia dell’Infinito #11

[17] Vedi Marvel Knights MIT #25

[18] Peter Parker, il vero nome dell’Uomo Ragno

[19] Nell’ormai mitico Amazing Spider Man #122 (Uomo Ragno, Corno, #133)

[20] Spectacular Spider Man #28 (Settimanale dell’Uomo Ragno, Corno #5 o Uomo Ragno Classic, Marvel  Italia, 63)